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Teatro (29)

Spettacoli Teatrali dell'attore Gennaro Cannavacciuolo

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Esordi

Esordi (1)

Esordi dell'attore Gennaro Cannavacciuolo

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Premi

Premi (1)

Riconoscimenti ricevuti nel corso della Carriera

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Operette

Operette (1)

Gennaro Cannavacciuolo è chiamato ad interpretare il ruolo del brillante in varie operette. In modo continuativo per il Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, ma anche per il Politeama di Prato, il Verdi di Salerno sotto l'egida del Teatro San Carlo di Napoli, per il Teatro Verdi di Pisa ed il Teatro Carlo Felice di Genova.
Le sue interpretazioni riscuotono grandi consensi tant'è che nel 2002 gli viene assegnato il premio "Trieste Operette"

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Ragazze sole con qualche esperienza 2004-2006

regia G. Gleijeses

Autore, attore, regista, capofila della cosiddetta Nuova Drammaturgia Napoletana, Enzo Moscato esplora da sempre con audacia e sensibilità una pluralità di registri linguistici arcaici e contemporanei. Partendo dalla contraddittoria e complessa realtà sociale partenopea, e cercando nella contaminazione la forma di una modernità espressiva, aspira ad un teatro-poesia arricchito dall’eredità di Pasolini. I personaggi di Moscato sono attori di un dramma estremo, forte, vero e delirante, carico di conflitti e di contrasti. Ragazze sole con qualche esperienza ritorna sulle scene dopo che Enzo Moscato lo aveva interpretato nel 1985, al teatro Ausonia di Napoli, insieme ad Annibale Ruccello, Silvio Orlando e Tonino Taiuti. Due travestiti, Grand Hotel e Bolero Film, e due scalcagnati delinquenti, Scialò e Cicala, s’incontrano per un supposto regolamento di conti o, forse, per un folle incontro amoroso, dopo aver pubblicato un’inserzione sulla rivista Cuori solitari. La vicenda, che alterna sapientemente farsa e tragedia, è il pretesto per affrontare temi come l’amore, la solitudine, la “quotidiana cooptazione alla violenza”, espressi attraverso quella Babele linguistica vorticosa che mescola tradizione e modernità, tipica dell’opera di Moscato.

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Dolci Vizi al Foro

Straordinario Gennaro Cannavacciuolo come Hysterium, napoletano verace, punto di equilibrio, colonna su cui spesso poggia l’intero allestimento.

Gian Luca Favetto, Vivitorino, 06.04.95

 

 

Gennaro Cannavacciuolo, l’attore scuola eduardiana dalla straordinaria versalità si è rivelato, senza nulla togliere agli altri attori, la colonna portante i “Dolci Vizi al Foro”.

Dino Castrovilli, Giornale della Toscana, 95

 

 

Straordinaria è la prova di Gennaro Cannavacciuolo che il pubblico napoletano già ritrovò brillante interprete di “Cabaret”, dopo i sette spettacoli diretti da Eduardo de Filippo per la compagnia di Luca de Filippo e la partecipazione a formazioni primarie. Egli conferisce al suo Hysterium le tante sfaccettature fi una recitazione briosa, attenta, precisa, in un ruolo che testimonia un ricco temperamento e una sostanziosa base tecnica.

Maria Della Felba, Il Giornale di Napoli, 23.03.95

 

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Dolci Vizi al Foro 1994-1995

Regia: Saverio Marconi; musiche S. Sondheim

Uno schiavo, Pseudolus, per comprare la sua liberazione, propone ad Hero, figlio del suo padrone, un accordo: in cambio della libertà troverà il modo di portargli Philia, la donna di cui Hero è innamorato. Philia è però merce di Lycus ed inoltre è già stata destinata al Miles Gloriosus. Alla fine tutto il complicato intrigo si risolve

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L’AJO NELL’IMBARAZZO

Irresistibili nei ruoli di don Gregorio e Leonarda, Gennaro Cannavacciuolo e la O’ Brien sono i mattatori della scena.

Emilia Costantini, Corriere della Sera, 01.04.89

 

… Trovata la giusta ambientazione scenica e psicologica, grazie anche al supporto di artisti di grande talento come Gennaro Canavaccciuolo, creativo e poliedrico come in ogni sua interpretazione….

Nicola Cospito, Il Messaggero, 89

 

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L’Ajo nell'imbarazzo 1988-1989

di J. Ferretti; musiche G. Donizzetti; regia: Lucia Ragni

L'opera si svolge all'inizio del XIX secolo, in una non precisata città italiana.

Il Marchese Giulio esige che i suoi figli, Enrico e Pippetto, crescano nella più totale ignoranza di ogni questione sessuale. Enrico però ha segretamente sposato Gilda, e i due hanno anche un figlio. Esasperato dalla vita che è costretto a condurre, il giovane chiede l'aiuto dell'anziano precettore Gregorio, e gli fa incontrare la moglie. Quando giunge il marchese, Gilda rimane intrappolata nella camera di Gregorio. La giovane si preoccupa, perché deve allattare il bambino: Gregorio è costretto ad andare a prendere il bambino e portarglielo, nascosto sotto il suo mantello. Leonarda, una vecchia serva della casa, informa il marchese dei suoi sospetti; don Giulio scopre Gilda, ma è convinto che sia l'amante del precettore. Nella tempestosa scena che segue, che coinvolge tutti i personaggi, la verità viene finalmente a galla. Il marchese dapprima vorrebbe cacciare e diseredare Enrico per lasciare tutto a Pippetto, poi il deciso intervento di Gilda lo spinge al ripensamento e nella famiglia torna la serenità.

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Le Tre verità di Cesira

La scenografia essenziale, semplice, ma ben costituita, focalizza l’attenzione del pubblico sul noto attore napoletano. Cannavacciuolo che sfodera tutta la sua abilità istrionica, mostrando un’innata inclinazione alla comicità, accompagnata da una studiata introspezione psicologica del personaggio di Cesira.

Il patto di fiducia con il pubblico riesce, grazie all’abilità dell’ attore nell’ interagire con il pubblico, dosando sapientemente ritmo e toni. Nella sua interpretazione emerge la salace ironia delle narrazioni della protagonista, ma soprattutto il carattere di una donna che ha bisogno di parlare di sé, incapace di sopportare l’indifferenza di chi le sta intorno, che siano i vicini di casa o il marito. Dietro il riso e l’ ironia c’è, però, un fondo di malinconia e di solitudine che vena di sottili sfumature psicologiche lo spettacolo.

Gennaro Cannavacciuolo si mostra vera anima e forza motrice dello spettacolo. Capace di giocare sempre con ironia sull’ambiguità del suo personaggio e di tenere sul filo gli esiti dei propri racconti, anche se spesso interrotti da piacevoli incisi, l’attore riesce così a coinvolgere la platea ed appassionarla in un crescendo di intensità.

Le tre verità di Cesira al Teatro dell’ Angelo è uno spettacolo d’intrattenimento piacevole e divertente, adatto a tutta la famiglia, e in particolare a chi vuole unire alla semplice risata, la visione di un attore eccezionale, degno dell’antica tradizione partenopea.

 

Teatro.Org, Debora Bora, 10.11.09

 

 

Il grande Gennaro Cannavacciuolo, chi meglio di lui avrebbe potuto interpretare Cesira? Amato personaggio delle scene nazionali è stato sempre delizioso, lucido magnifico Caronte attraverso la storia, conducendo all’interno dei meandri, delle paure, delle risa, parte della stessa parte.

Il Corriere di Firenze, Tommaso Cimenti, 05.06.04

 

 

Il tocco decisivo viene dalla straordinaria e nello stesso tempo sapiente e godibilissima interpretazione di Gennaro Cannavacciuolo….

Il Mattino, Enrico Fiore, 24.01.04

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Ancora una volta il pubblico ha lodato il brillante testo e la bravura di Gennaro Cannavacciuolo….

Roma, M.G. Poggiagliolmi, 23.01.04

 

 

Gennaro Cannavacciuolo che attraversa abilmente i tanti registri del testo: dal comico al grottesco, dal leggero al tragico con rigore e precisione attoriale.

Il Corriere de Mezzogiorno, Natascia Festa, 23.01.04

 

 

[Gennaro] dà voce e baffi alla travolgente Cesira con talento sfumato e corposo… raccogliendo calorosi applausi

L’Unità, Sara Mamone, 06.10.00

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Le tre verità di cesira 1990-2008

Autore: Manlio Santanelli

Regia: Angelo Savelli

 

Oltre 500 repliche

 

Descrizione:

“Le tre verità di Cesira" è un monologo comico nel quale la protagonista - una venditrice di limonate nei vicoli della Napoli dei quartieri spagnoli - racconta ad uso e consumo di un supposto cameraman del “telegiornale” tre diverse versioni a giustificazione della presenza di un folto paio di virilissimi baffi sul suo “corpo di donna, femminile". Tre racconti decisamente surreali, dove la comicità vira spesso verso il grottesco, aprendo squarci amari sulla verità… Ma verità di che? Verità della condizione esistenziale della protagonista? Verità della condizione sociale del sottoproletariato napoletano? Verità pirandelliana dell’ambiguità del linguaggio e della comunicazione umana? La particolarità della messa in scena di Pupi e Fresedde consiste nell’aver affidato il personaggio della donna baffuta ad un interprete maschile, il bravissimo Gennaro Cannavacciuolo, riconducendo questa Cesira all’interno di una lunga galleria di ritratti di “mostri ermafroditi”, di “matrone virili” di cui è ricca la tradizione napoletana dall’antica Opera Buffa fino ai vari De Simone, Ruccello e Moscato.

 

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Volare - oh oh concerto a Domenico Modugno 2010-2022

Spettacolo Volare: ripresa 2010-2022 (debutto 1987 con Domenico Modugno). Recital con pianoforte, violoncello e sax-clarino contralto. 

Regia: Marco Mete; movimenti coreografici: Leda Lojodice

 Oltre 600 repliche dal 2010

Definito dalla critica “un autentico gioiello”, lo spettacolo dal titolo “Volare” è tutto dedicato a Domenico Modugno: un tuffo emozionante nella storia della grande canzone italiana.

Lo spettacolo nasce con la collaborazione di Domenico Modugno nel lontano 1988: dopo un mese di repliche, è poi rimasto “nel cassetto” sino al 2010 quando è stato ripreso in una versione arricchita, ma sempre secondo le indicazioni date a suo tempo dal grande cantautore.

Il recital di Gennaro Cannavacciuolo propone in una reinterpretazione personale le varie strade musicali percorse da Modugno.

Nella prima parte, via con le canzoni dialettali e macchiettistiche, da “O ccafè” a “La donna riccia”, da “La cicoria” e “U pisci spada”, alla più famosa “Io mammeta e tu”; fino ai monologhi teatrali e al suggestivo dialogo tra madre e figlio tratto dalla commedia musicale “Tommaso D’Amalfi” di Eduardo de Filippo, eseguito con l’apporto della voce registrata di Pupella Maggio che volle dare il suo contributo a questo spettacolo.

Nella seconda parte da atmosfera brechtiana, largo alle canzoni d’amore più famose lanciate da Modugno come “Vecchio frac”, “Tu si na cosa grande”, “Resta cu mme” e così via sino all’ormai inno nazionale “Nel blu dipinto di blu”, cantato e danzato a mo di Tip Tap alla maniera di Fred Astaire.

Uno spettacolo coinvolgente ed interattivo, applaudito dalla critica più esigente, che propone un alternarsi sottile di momenti comici e di alcuni più melanconici, di aspetti gioiosi e di suggestive evocazioni poetiche; uno spettacolo in cui Gennaro Cannavacciuolo miscela il pathos di Di Giacomo al realismo triste-ironico di Eduardo, approdando con successo ad una comicità teatral-musicale dai mille volti.

Recensioni

Tournée spettacolo

 

 

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Le 5 Rose di Jennifer

Anna, in tailleur e cappello sul perbene spinto, isterico per le peripezie del suo gatto, esagitata tipo De Havilland nella Fossa dei Serpenti, di cui Gennaro Cannavacciuolo crea un magistrale ritratto.

La Repubblica, Franco Quadri, 15.11.01

 

 

.. il grande attore-cantante Gennaro Cannavacciuolo, nel ruolo che fu di Franceschi.

Roberto Incerti, La Repubblica, 04.12. 01

 

 

mentre il bravissimo Gennaro Cannavacciuolo dà vita a un’Anna minacciosamente inquietante, tagliente e altrettanto disperata.

Corriere della Sera, Magda Poli, 04.11. 01

 

 

E’ bravissimo , talentuoso, Gennaro Cannavacciuolo nel ruolo di Anna.

Il Mattino, Enrico Fiore, 01.11.01

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