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Gennaro Cannavacciuolo

Gennaro Cannavacciuolo

Attore e cantante italiano, lavora in teatro, cinema, tv e in molte operette. Vincitore di numerosi premi, fra cui il premio ETI 2009.

URL del sito web: https://www.gennarocannavacciuolo.com

Blog-le 11 regole per vivere felici e sani

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A richiesta, ripropongo le 11 regole per vivere felici – per colore che sono “contro” ogni cosa, vuoi per polemica, vuoi per il rifiuto del progresso o ancora e soprattutto per assecondare le mode del momento:

11 regole per vivere felici e sani senza alcun rischio:

  • Legge 1 - Vietare l’elettricità: essa presenta dei rischi. Infatti, ogni anno muoiono persone folgorate, mentre si arricchiscono Enel ed Acea.
  • Legge 2 - Abolire i mezzi di trasporto come motorino, macchina, aereo, elicottero perché sono pericolosi. Ogni giorno ci sono incidenti mortali e si arricchiscono costruttori e produttori di energia.
  • Legge 3 E’ quindi obbligatorio spostarsi in bicicletta
  • Legge 4 Abolizione delle biciclette perché sono rischiose: si possono avere collisioni, si può scivolare se piove, prendere una buca e raffreddarsi d’inverno.
  • Legge 5 E’ d’obbligo spostarsi a
  • Legge 6 Dati i rischi presentati dai cavalli (scalciano, sono troppo alti e si può cadere), si va a dorso d’asino
  • Legge 7 Considerato il rischio intrinseco dell’art. 6 legato agli asini che mordono e sono stupidi (e la stupidità è cosa spaventosa anche se non per tutti), si impongono gli spostamenti a piedi.
  • Legge 8 Solo che per camminare ci vogliono le scarpe e i tacchi però deformano la colonna vertebrale, le caviglie a volte si slogano o si può scivolare; e poi si arricchiscono i calzaturifici. Diventa quindi obbligatorio andare a piedi nudi. Anzi chiediamo l’ampliamento della norma rendendo obbligatoria la nudità integrale infatti, la maggior parte dei vestiti sono prodotti da multinazionali che si arricchiscono e trasportare le materie prime è un delitto.
  • Legge 9 - considerato l’art 8, camminando nudi e a piedi nudi si prende freddo, si formano i calli, ci si ferisce con i sassi e le ferite si infettano. Insomma, ci si ammala e non ci si può curare perché abbiamo vietato i farmici e visto che c’eravamo abbiamo pure eliminato i dottori, questi esseri inutili e schiavi delle multinazionali. La legge 9 vieta quindi di camminare e di uscire. Si resta tutti a casa, nudi, e così guardiamo la TV, che bello! Ah no, non è possibile vedere la TV, perché l’elettricità è vietata; quindi si leggono libri al calduccio.

Solo che i libri sono proibiti ormai: perché si abbattono gli alberi e si distruggono le foreste e comunque non si può più trasportare la carta perché abbiamo vietato i trasporti. Quindi si rimane in casa senza libri né tv, sempre nudi, e pensiamo a delle soluzioni per creare un mondo migliore; al calduccio.

Ma al calduccio è illecito. Perché Gas e gasolio arricchiscono l’Eni e sono pericolosissimi: ogni anno scoppia qualche bombola di gas e c’è qualche morto per avvelenamento da monossido di carbonio; peccato che non possiamo andare a prendere la legna nel bosco: avendo vietato le scarpe non possiamo mica andare a piedi nudi e comunque è un reato uscire di casa.

  • Legge 10 - quindi vietiamo il riscaldamento e rimaniamo tutti al freddo: meglio d’altronde, perché il freddo tonifica. Peccato però che non possiamo almeno usare le coperte per riscaldarci un pochino: perché sono dannose, solitamente piene di acari e di coloranti.

Ed ora però come facciamo a mangiare senza uscire di casa per trovare cibo, senza poter conservare e riscaldare le pietanze? Basta non mangiare! Tanto, ormai, tutto il cibo fa male, è inquinato, trasportato da chissà dove, cancerogeno e fa arricchire i colossi alimentari. Per questo siamo diventati tutti prima vegetariani, poi vegani e ora fruttariani. Ma è ora di mettere fine a questo scempio! Adesso dobbiamo digiunare.

  • Legge 11 - chiediamo con forza e convinzione l’obbligatorietà del respiranesimo, nutrendoci solo d’aria, l’ultima saggia scoperta scientifica.

A questo punto abbiamo due soluzioni: rifiutare la vita e morire, schiacciati dalle paure, vittime di ideologie. Oppure vivere accettando le sfide e rischi dell’esistenza, nel bene e nel male, ponderando con intelligenza, etica e coraggio azioni e decisioni.

Buona giornata. wink

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Blog-FIAT LUX

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Si può credere o non credere. Ma resta il fatto che la vita e la sua origine suscitano grandi interrogativi, così come la sua finalità; mentre mi rifiuto di credere che il creato, nonché la vita di ogni singolo individuo, possano essere il frutto di semplice combinazione casual-chimica

Ed in quest’ottica, trovo bellissimi questi primi versi biblici:

Nel principio DIO creò i cieli e la terra.

La terra era informe e vuota e le tenebre coprivano la faccia dell'abisso; e lo Spirito di DIO aleggiava sulla superficie delle acque.

Poi DIO disse: «Sia la luce!». E la luce fu.

Buon giorno!

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Blog–Miseria&Nobiltà–Teatro Vascello-Roma

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Amici, non perdetevi questo bellissimo spettacolo in scena dal 26 al 31 dicembre al Teatro Vascello di Roma.

"Torno alla miseria però non mi lamento; mi basta sapere che il pubblico è contento!".

Dopo due anni di tournée in tutta Italia, arriva anche a Roma Miseria&Nobiltà, un grandissimo classico della tradizione teatrale italiana. A metterlo in scena per la regia di Michele Sinisi, un'eccezionale squadra di 11 attori che fanno ridere, sorridere ed emozionare gli spettatori di tutte le età. Non c'è modo migliore per passare le feste natalizie e festeggiare il nuovo anno!

Acquisto biglietti on-line

Cast artistico: regia Michele Sinisi; scritto con Francesco Maria Asselta; con Diletta Acquaviva, Stefano Braschi, Gianni D'addario, Bruno Ricci, Giulia Eugeni, Francesca Gabucci, Ciro Masella, Stefania Medri Giuditta Mingucci, Donato Paternoster, Michele Sinisi; 

ESTRATTI DALLA RASSEGNA STAMPA

“ …Vediamo tanto (troppo?) teatro che quando ci imbattiamo in un lavoro dove si unisce, e fiorisce, l’ingegno, l’inventiva, le capacità, la caparbietà, ma anche la semplicità e la sobrietà, le idee, e una visione precisa e una direzione chiara d’approdo come definirei questo “Miseria e Nobiltà” per la lucida percezione di Michele Sinisi, allora rimane soltanto un tempo sospeso nel quale fermarsi, attendere, alloggiare, far decantare, e poi, tornare a respirare. Questo è il teatro che vogliamo, quello che spinge, che pungola e stimola e al contempo accontenta palati e papille gustative, riempie gli occhi di temi e di colori, rimane fedele all’originale pur tradendolo continuamente ma in maniera così altruistica e sfacciata che è impossibile non volergli bene…”

Tommaso Chimenti – IL FATTO QUOTIDIANO 

“…Interessante operazione quella di Michele Sinisi con Miseria&Nobiltà (produzione Elsinor), molto applaudita dal pubblico. Non c’è farsa ma lo sguardo su una condizione umana di programmatica falsità. Uomini e donne incapaci di relazioni normali e tutti dentro il gioco dell’artificialità tanto che gli attori, bravi, stanno sempre in scena anche quando non sono coinvolti nella scena, compreso il regista, e la recitazione è sopra le righe ed è inutile trovare una verità psicologica. Il risultato è limpido…”

Anna Bandettini – LA REPUBBLICA

 

“… L’idea di accostarsi a Miseria&Nobiltà come a un emblema del trasformisimo, dell’artificio rappresentativo, è intelligente anche se non del tutto risolta. L’inizio risulta un po’ faticoso ma poi la freschezza della compagnia prende piede e la commedia funziona puntualmente dove è previsto che funzioni, pur senza perdere la sua cifra sospesa tra vita e finzione. Alla fine, perché questa sia dichiarata e scoperta, c’è la voce di Totò che pronuncia la battuta conclusiva “Torno nella miseria però non mi lamento, mi basta sapere che il pubblico è contento”…

Renato Palazzi – IL SOLE 24 ORE

 

“… Si ride tanto, scivola giù come se fosse bevuto tutto d’un sorso, ma il sapore amaro in bocca prende sempre più piede man mano che la storia prosegue. La miseria è ben diversa dalla povertà e ce lo mostrano l’evoluzione della commedia così come alcuni gesti delle persone che stanno recitando a soggetto, anzi ci mostrano noi stessi. In che stato si ridurrebbe l’uomo se perdesse la dignità e la libertà? Questa farsa lo svela, lo fa senza giri di parole e alla fine sappiamo bene che si tratta di un affresco molto vicino a noi… Servendosi di cesure che richiamano il montaggio cinematografico, Sinisi scandisce il ritmo, sfruttando anche una botola, e come il bambino di “Nuovo Cinema Paradiso” conserva persino uno sguardo sognante. Sono gli occhi di chi guarda al di là della miseria umana (de)scritta e del luccichio della nobiltà e si perde nel gioco del teatro e del cinema, rimanendo, al contempo, attaccato alla realtà…”

Maria Lucia Tangorra – IL GIORNALE OFF

 

 

 

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