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Blog–Weinstein, femminismo e tifoserie

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Lo ha detto l’altro ieri Matt Damon, lo hanno detto e lo ripetono i protagonisti stessi: TUTTI SAPEVANO CHI ERA WEINSTEIN. Persino Bill e Hillary Clinton, Michelle e Barack Obama, ma anche Meryl Streep, Scott Rosenberg, Asley Judd, Brad Pitt, Russel Crowe, Salma Hayek e tanti tanti altri sapevano degli odiosi atteggiamenti di Weinstein, dei suoi ricatti, dei suoi comportamenti verso le donne. Eppure, per decenni, nessuna denuncia, tutti e TUTTE sorridenti a suo fianco sui red carpet, tutti e TUTTE che hanno girato nelle sue pellicole, tutti che lo hanno finanziato, lodato, persino osannato.

Ed ora come la mettiamo? Una sola parola: IPOCRISIA. Fino a quando il mostro fa comodo, si tace. Quando diventa scomodo, si cerca di eliminarlo, anche se per anni e grazie a lui ci siamo arricchiti ed abbiamo raggiunto la tanto agognata fama: rimando in proposito alla lettura del mio post del 13 novembre circa l’ipocrisia del sistema (leggi il post) a sua volta correlato a quello del 5 novembre - leggi post).

Da questa intera e brutta vicenda, ecco svilupparsi 3 tentacoli dalla portata internazionale:

  • All’estero, il tentacolo del #metoo: una sorta di competizione vittimistica sorretta dall’imperante tecnologia del hashtag, dove le donne denunciano pubblicamente quanto subito dai maschi. Violenza fisica o verbale, sguardo indiscreto, battuta infelice: ecco scoperchiati, tutti i giorni, centinaia di vasi di pandora nel tentativo di esorcizzare il “male maschile”.
  • In Italia il tentacolo della tifoseria “pro o contro Asia Argento”: due clan, agguerriti, che fanno la delizia dei talkshow più trash, di improbabili “opinionisti”, di moralizzatori, difensori ed attaccanti (alla stregua della tifoseria “sei della Roma o della Lazio?”)
  • Nel mondo intero (Italia ed estero): il tentacolo del femminismo che definirei paranoico: per decenni, le donne hanno combattuto – giustamente! - uno stato di sottomissione familiare e di ineguaglianze lavorative, proclamando la loro emancipazione, cosa che sembrava sostanzialmente riuscita: in effetti, la donna decide oggi se e quando sposarsi, se fare figli, se lavorare e dispone comunque degli strumenti legislativi adeguati per tutelarsi qualora un maschio si comporti male nei suoi confronti.

Eppure, tramite il caso Weinstein, scopriamo come le donne (ancora!) non siano capaci di opporsi, di alzare i tacchi e andarsene di fronte ad una proposta indecente. Perché queste donne sono così deboli da non poter rifiutare delle avance e rimanerne traumatizzate??

Mi sa tanto, ahimè, che il femminismo, in curva discendente dopo l’ottenimento della parità dei diritti, si stia ora evolvendo o meglio involvendo in una vera misandria. Qualsiasi cosa diventa molestia: un apprezzamento, un invito a cena, uno sguardo compiaciuto…  L’uomo singolo, inglobato nella generica categoria “gli uomini”, è aggressivo, insensibile, guardone e crudele.

Ecco iniziato un nuovo capitolo: DONNE CONTRO UOMINI. Che tristezza….

 

 

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