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Gennaro Cannavacciuolo

Gennaro Cannavacciuolo

Attore e cantante italiano, lavora in teatro, cinema, tv e in molte operette. Vincitore di numerosi premi, fra cui il premio ETI 2009.

URL del sito web: https://www.gennarocannavacciuolo.com

Allegra era la Vedova? - One-man-show per una miliardaria - 2018-2020

Pubblicato in Teatro

ALLEGRA ERA LA VEDOVA?  Debuttò nel 2005 a Cividale del Friuli, ottenendo grandi consensi e rimase quindi “nel cassetto” per 12 anni. Ora ripresa, con il sottotitolo One-man-show per una miliardaria”, rivisita lo spirito dell’operetta in modo assolutamente originale, tramite la La Vedova Allegra di Lehàr. Un capriccio scenico interpretato da un versatilissimo attore e cantante della scena italiana, Gennaro Cannavacciuolo, ormai consacratosi come ideatore di one-man-show, che interpreta i personaggi simbolo dell’operetta (il conte Danilo, Hanna Glawari, il Njegus, la contessa Maritza, il barone Zsupan, la principessa della Czardas, per citarne solo alcuni), alternando sapientemente momenti comici, sentimentali e drammatici.

Il narratore, Louis Treumann, primo Danilo Danilowich nel 1905 e prediletto di Lehàr, ci conduce in questo viaggio storico tramite le arie più famose del mondo operettistico: attraversa il ‘900, rievocando la Belle Epoque, la prima guerra mondiale, gli anni 20, sino all’inferno della deportazione, suo ultimo viaggio. Il protagonista, alle soglie di un autentico colpo di scena, di un epilogo impressionante negli anni più cupi della Germania nazista, rievoca e ripercorre non solo i propri successi, ma la fortuna stessa dell’operetta viennese e del “mondo di ieri” prossimo allo sfacelo.

Tournée

Recensioni

 

Autore GIANNI GORI, da un’idea di Alessandro Gilleri

Costumi GIUSEPPE TRAMONTANO E CLAUDIO CINELLI

Regia GENNARO CANNAVACCIUOLO E ROBERTO CROCE

Coreografie ROBERTO CROCE

Main sponsor: BANCA FIDEURAM

Protagonista: Gennaro Cannavacciuolo

Pianoforte: Dario Pierini

Clarinetto/sax contralto: Andrea Tardioli

Violino Piermarco Gordini

Ballerini: Giovanni De Domenico e Fulvio Maiorani

Disegno luci Michele Lavanga

Scene: Alessandro Chiti

Fonica: Alfonso D’Emilio

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Blog-storia-vera-di-un’ingiustizia-subita-da-giovane

Pubblicato in Blog

Oggi vi racconto una storia vera capitatami tanti anni fa, nel 1986: ero giovane, pieno di entusiasmi, di energie e credevo (molto più di ora) nella correttezza delle persone…

Stavo a Roma quando un’amica mi chiamò, consigliandomi di presentarmi ad un concorso per comici: un evento di una certa importanza per un giovane, organizzato nel teatro Sistina e presieduto da alcuni “VIP” in giuria.

Ero molto scettico se parteciparvi o meno, in quanto non sono mai stato un comico: so essere un attore comico, ma “fare il comico” è altra cosa. Tuttavia, quest’amica, assistente all’organizzazione e mia “fan”, mi convinse.

Il regolamento chiedeva di portare due monologhi. Io, invece, portai due canzoni ironiche, con alcuni elementi di improvvisazione che prevedevano il coinvolgimento del pubblico; tra l’altro, questi pezzi fanno ancora oggi parte del mio repertorio e riscuotono sempre notevole successo.

Insomma, anche se dubbioso, inizio le selezioni e, a mio grande stupore, dopo 4 fasi eliminatorie arrivo in superfinalissima e termino al secondo posto.

L’assistente alla produzione ci rimane malissimo. Era infatti presente alla discussione fra i giurati e, a suo dire, un “VIP” si oppose in modo decisivo e contro tutti, seppure con argomentazioni apparentemente non pertinenti: non meritavo il primo premio. Dato che si trattava di una persona già molto nota allora, reduce di grossi ruoli e popolarità, alla fine, la giuria si allineò ed ottenni così il secondo posto.

In tutta franchezza, io non ci rimasi male, anzi, ero già molto stupito di essere arrivato in finalissima dato che ero l’unico a non ritenermi un “comico” per l’appunto.

Ma ecco che arrivò la sorpresina….

Due-tre settimane dopo il concorso, mi chiama un amico: “vai subito a comprare Il Messaggero…”.

Il Messaggero annunciava l’avvio della tournee proprio di quel “VIP” della giuria e nel cui repertorio venivano citate le due canzoni che avevo portato a concorso….. due pezzi a dir suo “innovativi”, che avrebbe “scovato” di recente in un archivio storico… Insomma ecco svelato l’arcano del mancato primo premio. Dato che al vincitore si prospettava la promozione mediatica dei pezzi portati a concorso, il “VIP” non avrebbe più potuto farli passare per suoi in anteprima…

Allora sì, ci rimasi malissimo, e capii subito quanto la mia strada sarebbe stata in salita: giovanissimo, senza appoggi né soldi, all’inizio della carriera, cosa potevo fare?

Oggi, la tecnologia è perlomeno di ausilio: con un video, un post puoi documentare e datare una creazione; allora era più complicato.

Ho voluto raccontare questa storia volutamente senza dar riferimenti precisi: è passata molta acqua sotto i ponti, ne ho viste molte altre in questi lunghi anni, belle e brutte; né è mio intento parlare male di una persona ora abbastanza anziana, un tempo quasi caduta nel dimenticatoio ed ora tornata un po’ a galla, grazie a qualche operazione ed operatore di dubbio gusto...

Però, per farvi capire, come a volte è difficile per un giovane che, umilmente, cerca la sua strada, con onestà e fatica, senza scorciatoie e mettendoci la proprio faccia anche con coraggio. Proprio per questo, ho sempre piacere a sostenere/consiliare dei giovani artisti volenterosi quando me lo chiedono: tarpare loro le ali precocemente, per timore di non brillare abbastanza, testimonia di grande egoismo e cattiveria, l’opposto dei valori che l’Arte e che un Artista dovrebbero veicolare.

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Blog-Giochi d’infanzia

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Bambini irretiti, travolti e sconvolti, storditi, se non instupiditi da un mare di fibre e di pixel, da schermi abbaglianti, dai volgari suoni latranti emessi da orridi personaggi della galassia dei giochi o, meglio, videogame per lo più violenti, brutti e quindi diseducativi. Per i più piccoli, cartoni inebetenti, spesso in salsa asiatica, dalle storie, dai caratteri e dall’estetica assolutamente improbabili. Giochi? Cartoni animati? Li chiamerei giustamente: distributori di ignoranza, di terrore, di bruttezza, totalmente privi di tutto quanto possa avvicinare al Bello, allo Spirito, all’Anima, allo sviluppo dell’Intelligenza.

Spesso rimando sconvolto di vedere bambini piccolissimi, nel carrello della spesa, attaccati al cellulare o tablet del genitore…

Una mattina di qualche giorno fa, mio figlio di 5 anni, mi ha chiesto se potevo costruirgli un teatrino di carta. Quindi metto in atto la mia fantasia, scavando un po’ anche nella riserva di quella infantile che non mi faccio mai mancare. Forbici, carte colorate, l’immancabile colla “Vinavil” (la ricordate?), ma soprattutto una scatola da scarpe vuota per creare l’intera strutturina scenica.

Quattro pupazzetti, scelti tra i più disparati ed ecco un teatrino, quasi, come ai vecchi tempi. E’ stata incredibile ed emozionante la reazione del bambino: un entusiasmo che dura ancora oggi, quando ricolloca i pupazzetti, li parla, li fa interagire, racconta loro delle storie...

Quindi, per fortuna, ancora oggi, malgrado quanto di artificiale ci circonda, un pezzetto di carta colorata, come diciamo noi a Napoli una “Cartuscella”, può ancora sorprendere e far sognare un bambino.

Spesso ho la sensazione, ahimè, che tanti vogliono avere bambini, ma senza mai rinunciare ad alcunché, al tempo libero soprattutto. Pertanto, piuttosto che giocare con un bambino, gli si da un tablet, una console, ed il “gioco” è fatto, tanto per rimanere in tema!

Che tristezza!

Lanciamo l'hashtag: #childhoodnotablet 

 

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Blog-Viaggio-nei-Fori-Imperiali

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Meraviglioso dopo-cena ieri, originale, culturalmente stimolante, suggestivo ed anche commovente: un viaggio nel Foro di Cesare, accompagnato – oltreché dalla mia amata compagna di vita kiss - dai racconti e spiegazioni di Piero Angela, di ricostruzioni e filmati in 3D proiettati sulle stesse rovine ed elementi ambientali presenti nel Foro. Ho potuto così ripassare un pezzo della nostra ricchissima Storia antica, quella degli scavi, dei suoi tanti operai, del Tempio di Venere, della quotidianità della vita di allora, dei suoi plebei, funzionari, schiavi, militari, consoli, senatori, matrone, maestri e bambini…. Ecco prendere vita i cortei trionfali, la Curia (Senato), il viavai dei passanti e commercianti e, tra i colonnati, le antiche taberne, tra cui i nummulari, ma anche le aule scolastiche e persino le toilette pubbliche...

Una sensazione indescrivibile quella di trovarsi proiettati una ventina di secoli addietro e tuttavia sentirne la familiarità, come se tanti piccoli invisibili anelli di congiunzione valicassero il tempo e ci tenessero allacciati ad allora…

E mi sono anche posto l’eterna domanda: a cosa serve, oggi, studiare il greco e latino? Perché non concentrarsi solo ed esclusivamente sull’inglese, lo spagnolo od anche i cinese ad esempio? La riposta di chi ha fatto il classico è sempre la stessa: perché "aprono la mente": ma cosa significa?

Ebbene, penso che la Storia non sia solo una successione di date da ricordare e le lingue classiche ci portano alle radici della nostra espressione linguistica e quindi della nostra civiltà: il linguaggio, le sue strutture grammaticali e sintattiche, le sue espressioni, l’etimologia stessa delle parole, la fonetica ci forniscono quei fondamentali che favoriscono la sua conoscenza.

In questo momento di grande decadenza culturale, ecco un’iniziativa di ottima fattura a cui consiglio assolutamente di aderire e complimenti al Comune di Roma, alla Zetema, al grande Piero Angela, insomma, a tutti coloro che hanno favorito l’operazione: non è vero che Roma non ha più nulla da offrire; eccone un esempio lampante.

 

Per informazioni e prenotazioni

Piero Angela

Zetema

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