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Gennaro Cannavacciuolo

Gennaro Cannavacciuolo

Attore e cantante italiano, lavora in teatro, cinema, tv e in molte operette. Vincitore di numerosi premi, fra cui il premio ETI 2009.

URL del sito web: https://www.gennarocannavacciuolo.com

Blog – Il Burlesque

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La scorsa settimana ho potuto assistere ad uno spettacolo di Burlesque di Lola Lustrini.

Da una quindicina di anni si parla molto del “Burlesque”. Sinceramente, non mi ero mai documentato sulla questione ed ero anche un po’ prevenuto come, mi sembra, lo siano tutt’ora in molti: in fondo, trattandosi di “una sorta di spogliarello”, detto in modo frettoloso e superficiale, è facile cadere in definizioni o addirittura giudizi poco lusinghieri.

Il Burlesque nasce come vera e propria forma di spettacolo quasi 3 secoli fa in Inghilterra, per poi approdare negli Stati Uniti. Si trattava di uno spettacolo che univa satira, danza e ironia da parte di ballerine esperte che parodiavano le classi più abbienti. Il genere subì una progressiva trasformazione negli anni, sia nei contenuti che nella tipologia di numeri e livelli di nudità ed anche a seconda delle aree geografiche (numeri di danza del ventre ad esempio). A partire dagli anni 60 esso decade in vera e propria pornografia ed il termine “burlesque” entra cadde nel dimenticatoio, per poi tornare di moda negli anni 90 caratterizzati dalla corrente vintage.

Oggi esiste quindi un neo-burlesque, il quale si ispira alla vera tradizione ma con la presenza di sole donne dotate di reale talento canoro e ballerino, vicine allo stile del varietà, ispirandosi quasi essenzialmente agli spettacoli degli anni 20 e 30 e parodiandone costumi, musiche, acconciature: sono spettacoli essenzialmente autoreferenziali che tralasciano l’aspetto della rivolta sociale. A fianco ad esso, ovviamente, vi è anche quello che chiamerei lo stile “pseudo-burlesque” : una semplice forma di volgare striptease scevro da ogni qualità artistica. Ma a noi questo non interessa.

Ho scoperto così un “vero” neo-burlesque di classe e talento, piacevole e anche fine. Brava Lola Lustrini!

Storia del burlesque

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Blog – oggi i Morti – a mio papà

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Il padre.

Caro papà, oggi 2 novembre, in questo giorno non facile da dimenticare, 13 anni fa ci hai lasciato: proprio il giorno dei Morti.

Mi manchi, e spesso nelle mie giornate ti penso con infinito affetto e oggi in questo giorno particolare, mi piace festeggiarti con alcune poesie che parlano di te:

 

A MIO PADRE - ALGONSO GATTO

SE MI TORNASSI QUESTA SERA ACCANTO

LUNGO LA VIA DOVE SCENDE L’OMBRA

AZZURRA GIA’ CHE SEMBRA PRIMAVERA,

PER DIRTI QUANTO E’ BUIO IL MONDO E COME

AI NOSTRI SOGNI IN LIBERTA’ S’ACCENDA

DI SPERANZE DI POVERI DI CIELO

IO TROVEREI UN PIANTO DA BAMBINO

E GLI OCCHI APERTI DI SORRISO, NERI

NERI COME LE RONDINI DEL MARE.

MI BASTEREBBE CHE TU FOSSI VIVO,

UN UOMO VIVO COL TUO CUORE E’ UN SOGNO

ORA ALLA TERRA E’ UN’OMBRA LA MEMORIA

DELLA TUA VOCE CHE DICEVA AI FIGLI:

--COM’E’ BELLA NOTTE E COM’E’ BUONA

AD AMARCI COSI’ CON L’ARIA IN PIENA

FIN DENTRO AL SONNO- TU VEDEVI IL MONDO

NEL PLENILUNIO SPORGERE A QUEL CIELO,

GLI UOMINI INCAMMINATI VERSO L’ALBA.

 

RICORDO DEL PADRE - SIBILLA ALERAMO

SEMPRE CHE UN GIARDINO M’ACCOLGA

IO TI RIVEGGO, PADRE, FRA AIUOLE,

LIEVI LE MANI SU COROLLE E FOGLIE,

VIVO RIVEGGO CAREZZARE TRALCI,

ALLEVI ROSE E LABILI CAMPANULE,

SILENZIOSO TI SMEMORANO I GIACINTI,

STAI FRA COLORI E CALDI AROMI,

PADRE, SOLITARIO TROVANDO, IVI SOLTANTO,

PAGO E PERFETTO SENSO ALL’ESSER TUO.

 

PAPA’ RADICE E LUCE, PORTAMI ANCORA PER MANO - LUISA SPAZIANI

PAPA’, RADICE E LUCE,

PORTAMI ANCORA PER MANO

NELL’OTTOBRE DORATO DEL PRIMO

GIORNO DI SCUOLA.

LE RONDINI PARTIVANO, STRILLAVANO:

FRA CINQUANT’ANNI CI RICORDERAI

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Blog - Ognissanti - il mio Santo

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Come molti già sapranno, sono napoletano e, pertanto, il mio santo patrono è San Gennaro. Anzi, per la verità, sono puteolano e dovrei quindi essere devoto a San Procolo. Invece, mi sento più legato a San Gennaro, avendo vissuto molto a Napoli e amando molto questa città. Tuttavia, in fondo al cuore ed alla mente, vi è posto per qualcun altro: per San Raffaele, arcangelo. San Raffaele, nell’etimologia ebraica (Rafa-El) significa colui che guarisce ed è quindi simbolo di salute e di amore, rappresentato dai pesci e dai medicamenti. Per i cattolici, oltreché essere il patrono dei farmacisti, profughi, viandanti e sposi, è anche quello dei giovani. Infatti, i giovani che lasciano la casa familiare vengono affidati a San Raffaele.

Raffaele, poi, era il nome del mio amato papà: un papà dolce, buono e affettuoso; ed era un pescatore.

Raphael è poi il nome che ho voluto dare a mio figlio. Una cosa mi ha anche colpito moltissimo: quando siamo andati a fare il primo controllo ecografico, il medico stimò che il concepimento era databile al 24 ottobre. Ed il 24 ottobre è proprio SAN RAFFAELE!

Una circostanza che mi ha impressionato e che mi fa sentire molto vicino a questo arcangelo che troverete sotto dipinto da Cima da Conegliano, tra i santi Niccolò e Giacomo.

 

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Blog – Eduardo de Filippo – ricorrenza

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24 maggio 1900 - 31 ottobre 1984 

Caro Maestro, caro Eduardo,

Vi do del Voi, come mi avevate insegnato, quando giovanissimo tremavo di paura (o meglio: avevo il «timor reverentialis»), ma anche di gioia al Vostro cospetto.

Oggi nel 33° anniversario del Vostro lungo viaggio, voglio approfittare dei "social" (parola che Vi farebbe molto ridere oggi), per ringraziarVi pubblicamente.

Grazie per tutti quegli insegnamenti che mi hanno permesso di interpretare la miriade di personaggi che ho avuto la fortuna di far vivere. Nella creazione di un mio personaggio, la Vostra voce, le Vostre indicazioni, la Vostra determinazione e sicurezza, mi sono stati sempre accanto, soprattutto la sera delle prime, quando il cuore batte forte e più forte ancora!! Come quella sera d’estate a Ferrara nel lontano 1981, quando Voi in quinta mi avete incoraggiato con amore a varcare, a calpestare, quella piccola magica linea che ti catapulta dal buio delle quinte alla luce inesorabile e misteriosa del palcoscenico.

Caro Maestro, grazie infine per la pazienza che avete avuto sempre nei miei riguardi e grazie anche per qualche cosiddetta “cazziata” fattami in corso d’opera. All’epoca ci restavo male, ma oggi riconosco che avevate ragione, e Vi confesso che anche le strattonate mi hanno tanto giovato.

Vi abbraccio e Vi saluto pur sapendo che mi siete sempre accanto in questo cammino di croce e delizia che è il teatro.

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