E’ stato un bell’incontro, e totalmente inatteso, quello con Nando Citarella con cui avevo lavorato anni addietro. Ritrovarsi nel pubblico ad applaudirlo mi ha fatto davvero piacere e l’ho fatto con forza. Si, perché Nando è un vero artista, dal percorso coerente, di fedeltà verso la propria arte, di amore verso la propria cultura, oltreché emozionante.
Più di tutti mi hanno colpito la Tarantella d’a Fatica e Brigante se more (la canzone di Ciccio u’ Brigante).
La caratteristica di Nando Citarella è quella di riproporre brani popolari antichi, ma non per questo desueti, esaltandone la funzione.
In effetti, da sempre, il canto, la danza, le melodie, la voce hanno accompagnato i momenti salienti delle nostre vite: si canta (si cantava) per invocare gli Dei e quindi per pregare, si canta quando si ama, per superare le fatiche, per tristezza, ma anche per festeggiare, per tranquillizzarsi (ninna nanna). Una canzone popolare è portatrice di significati, di valori, di sentimenti, di elementi aggregativi di una comunità, di abitudini, di canoni estetici: insomma, rispecchia, in piccolo, un frazione di umanità in un contesto storico.
Con innata simpatia e l’ausilio degli strumenti musicali tradizionali, Nando trasmette al suo pubblico la conoscenza del patrimonio musicale del Sud Italia, paragonandoli ad altre espressioni di stampo Mediterraneo, finanche persiane, evidenziando un legame vivo tra le culture, il loro passato e la loro storia locale.
Non a caso, il fulcro di tale patrimonio è la cultura partenopea, quella di un popolo di migranti, ricco di impronte e storie diverse, un crocevia incredibile dove lì solo esiste conciliabilità tra storia, mito, costume, linguaggio, cultura e tradizioni musicali.
Due esempi: la Tarantella, espressione della Magna Grecia, voce dei contadini in un ballo terapeutico.
La Tarantella da fatica
Ed il Brigante d’o sabir, la storia di Ciccio u’ Brigante, che Nando propone in due parti: una prima in napoletano, l’altra in sabir, l’antica lingua franca dei porti del Mediterraneo su un tema tradizionale ebraico.
Una passeggiata sonora tessuta con sapienza, miscela di passato e presente, di musica antica, di espressioni colti e popolari, di melodie mediorientali e ritmi tradizionali popolari dalla Spagna all’Egeo, sino al Vesuvio.
Nando Citarella
Lingua Sabir
Progetto Café Loti