Spettacoli Teatrali dell'attore Gennaro Cannavacciuolo
Autore: Mario Prosperi
Regia: Antonio Calenda
Produttore: Teatro d'Arte
Con Pupella Maggio
Autore: Saverio Marconi
Musiche: Gianluca Cucchiara
Regia: Saverio Marconi
Produzione: Compagnia dell'Arancia
Musical
Oltre 300 repliche
di J. S. Sinisterra; regia Angelo Savelli, con Edy Angelillo
CARMELA E PAOLINO è l'adattamento italiano del testo del drammaturgo spagnolo José Sanchis Sinisterra "AY, CARMELA", che dal 1986 ha avuto un successo strepitoso restando per anni in cartellone nei maggiori teatri delle capitali di Spagna ed America Latina, e da cui nel 1990 il famoso regista Carlos Saura ha tratto l'omonimo film interpretato dalla bravissima Carmen Maura.
"AY, CARMELA" racconta la vicenda di due oscuri attori di varietà che, durante la guerra civile, cadono prigionieri dei falangisti e sono costretti, loro malgrado, ad improvvisare per le truppe uno scalcinato ma esilarante spettacolo dal tragico esito finale. Nel testo originale la vicenda si svolge in Spagna nel 1938 a Belchite, villaggio simbolo degli effetti della ferocia distruttiva della guerra civile spagnola, le cui rovine vengono ancora oggi visitate come un monumento nazionale. Il regista Savelli, d'accordo con l'autore, ha compiuto un' operazione di adattamento del testo trasportando l'azione nell'Italia del 1944, in piena seconda guerra mondiale, in uno sperduto paese della provincia centro-meridionale occupato dalle armate tedesche. La parte centrale del testo originale è occupata dal ricordo dello spettacolo di varietà improvvisato da Carmela e Paolino per le truppe d'occupazione. Sinisterra ha qui trasfuso nel testo con grande abilità un insieme di riferimenti teatrali, canzoni, balletti e macchiette tipiche del più tradizionale teatro leggero spagnolo. Anche qui è stata compiuta un' operazione di adattamento ricostruendo uno spettacolo parallelo a quello previsto nel testo originale, un nuovo spettacolo che dell'altro rispetta le cadenze ed il procedere ma i cui riferimenti stilistici diventano senza mezzi termini tutti italiani: Viviani, Nino Taranto, Totò, la Magnani, Macario, Gil e Cioffi, il trio Lescano, Rascel ecc. CARMELA E PAOLINO è dunque innanzitutto uno spettacolo popolare e musicale, un'accattivante performance per due consumati attori brillanti, che, accompagnati dal vivo da tre affiatati musicisti e grazie ad un ben congegnato meccanismo drammatico, possono cimentarsi su più piani espressivi: dalla recitazione al canto alla coreografia, con una ricca gamma di toni interpretativi che vanno dal farsesco al tragico. Ma CARMELA E PAOLINO vuol essere anche e soprattutto un impietoso sguardo critico su questo mondo di frivolezze, un coraggioso e sgradevole ammonimento a questo ed a tutti gli intrattenimenti passati, presenti e futuri, perché non servano da paravento al nostro comodo disimpegno e da sedativo alle nostre piccole vigliaccherie quotidiane.
di M. Puig, regia: Angelo Savelli
Valentín Arregui è un giovane di ventisei anni, leader di un movimento politico dissidente; Luis Molina invece di anni ne ha circa quaranta ed è omosessuale: il loro destino si incrocia in un carcere di Buenos Aires. Qui i due condividono la detenzione e tentano di distrarsi a vicenda raccontandosi vecchi film patinati. Solo apparentemente incompatibili, i due protagonisti finiranno per appianare le divergenze personali avvicinandosi sempre di più. Ben presto si scoprirà che la convivenza coatta fra i due uomini è tutt’altro che casuale e che entrambi, se pur in modo diverso, sono prigionieri nella ragnatela del potere.
regia G. Gleijeses
Autore, attore, regista, capofila della cosiddetta Nuova Drammaturgia Napoletana, Enzo Moscato esplora da sempre con audacia e sensibilità una pluralità di registri linguistici arcaici e contemporanei. Partendo dalla contraddittoria e complessa realtà sociale partenopea, e cercando nella contaminazione la forma di una modernità espressiva, aspira ad un teatro-poesia arricchito dall’eredità di Pasolini. I personaggi di Moscato sono attori di un dramma estremo, forte, vero e delirante, carico di conflitti e di contrasti. Ragazze sole con qualche esperienza ritorna sulle scene dopo che Enzo Moscato lo aveva interpretato nel 1985, al teatro Ausonia di Napoli, insieme ad Annibale Ruccello, Silvio Orlando e Tonino Taiuti. Due travestiti, Grand Hotel e Bolero Film, e due scalcagnati delinquenti, Scialò e Cicala, s’incontrano per un supposto regolamento di conti o, forse, per un folle incontro amoroso, dopo aver pubblicato un’inserzione sulla rivista Cuori solitari. La vicenda, che alterna sapientemente farsa e tragedia, è il pretesto per affrontare temi come l’amore, la solitudine, la “quotidiana cooptazione alla violenza”, espressi attraverso quella Babele linguistica vorticosa che mescola tradizione e modernità, tipica dell’opera di Moscato.
Regia: Saverio Marconi; musiche S. Sondheim
Uno schiavo, Pseudolus, per comprare la sua liberazione, propone ad Hero, figlio del suo padrone, un accordo: in cambio della libertà troverà il modo di portargli Philia, la donna di cui Hero è innamorato. Philia è però merce di Lycus ed inoltre è già stata destinata al Miles Gloriosus. Alla fine tutto il complicato intrigo si risolve
di J. Ferretti; musiche G. Donizzetti; regia: Lucia Ragni
L'opera si svolge all'inizio del XIX secolo, in una non precisata città italiana.
Il Marchese Giulio esige che i suoi figli, Enrico e Pippetto, crescano nella più totale ignoranza di ogni questione sessuale. Enrico però ha segretamente sposato Gilda, e i due hanno anche un figlio. Esasperato dalla vita che è costretto a condurre, il giovane chiede l'aiuto dell'anziano precettore Gregorio, e gli fa incontrare la moglie. Quando giunge il marchese, Gilda rimane intrappolata nella camera di Gregorio. La giovane si preoccupa, perché deve allattare il bambino: Gregorio è costretto ad andare a prendere il bambino e portarglielo, nascosto sotto il suo mantello. Leonarda, una vecchia serva della casa, informa il marchese dei suoi sospetti; don Giulio scopre Gilda, ma è convinto che sia l'amante del precettore. Nella tempestosa scena che segue, che coinvolge tutti i personaggi, la verità viene finalmente a galla. Il marchese dapprima vorrebbe cacciare e diseredare Enrico per lasciare tutto a Pippetto, poi il deciso intervento di Gilda lo spinge al ripensamento e nella famiglia torna la serenità.
Autore: Manlio Santanelli
Regia: Angelo Savelli
Oltre 500 repliche
Descrizione:
“Le tre verità di Cesira" è un monologo comico nel quale la protagonista - una venditrice di limonate nei vicoli della Napoli dei quartieri spagnoli - racconta ad uso e consumo di un supposto cameraman del “telegiornale” tre diverse versioni a giustificazione della presenza di un folto paio di virilissimi baffi sul suo “corpo di donna, femminile". Tre racconti decisamente surreali, dove la comicità vira spesso verso il grottesco, aprendo squarci amari sulla verità… Ma verità di che? Verità della condizione esistenziale della protagonista? Verità della condizione sociale del sottoproletariato napoletano? Verità pirandelliana dell’ambiguità del linguaggio e della comunicazione umana? La particolarità della messa in scena di Pupi e Fresedde consiste nell’aver affidato il personaggio della donna baffuta ad un interprete maschile, il bravissimo Gennaro Cannavacciuolo, riconducendo questa Cesira all’interno di una lunga galleria di ritratti di “mostri ermafroditi”, di “matrone virili” di cui è ricca la tradizione napoletana dall’antica Opera Buffa fino ai vari De Simone, Ruccello e Moscato.
Spettacolo Volare: ripresa 2010-2022 (debutto 1987 con Domenico Modugno). Recital con pianoforte, violoncello e sax-clarino contralto.
Regia: Marco Mete; movimenti coreografici: Leda Lojodice
Oltre 600 repliche dal 2010
Definito dalla critica “un autentico gioiello”, lo spettacolo dal titolo “Volare” è tutto dedicato a Domenico Modugno: un tuffo emozionante nella storia della grande canzone italiana.
Lo spettacolo nasce con la collaborazione di Domenico Modugno nel lontano 1988: dopo un mese di repliche, è poi rimasto “nel cassetto” sino al 2010 quando è stato ripreso in una versione arricchita, ma sempre secondo le indicazioni date a suo tempo dal grande cantautore.
Il recital di Gennaro Cannavacciuolo propone in una reinterpretazione personale le varie strade musicali percorse da Modugno.
Nella prima parte, via con le canzoni dialettali e macchiettistiche, da “O ccafè” a “La donna riccia”, da “La cicoria” e “U pisci spada”, alla più famosa “Io mammeta e tu”; fino ai monologhi teatrali e al suggestivo dialogo tra madre e figlio tratto dalla commedia musicale “Tommaso D’Amalfi” di Eduardo de Filippo, eseguito con l’apporto della voce registrata di Pupella Maggio che volle dare il suo contributo a questo spettacolo.
Nella seconda parte da atmosfera brechtiana, largo alle canzoni d’amore più famose lanciate da Modugno come “Vecchio frac”, “Tu si na cosa grande”, “Resta cu mme” e così via sino all’ormai inno nazionale “Nel blu dipinto di blu”, cantato e danzato a mo di Tip Tap alla maniera di Fred Astaire.
Uno spettacolo coinvolgente ed interattivo, applaudito dalla critica più esigente, che propone un alternarsi sottile di momenti comici e di alcuni più melanconici, di aspetti gioiosi e di suggestive evocazioni poetiche; uno spettacolo in cui Gennaro Cannavacciuolo miscela il pathos di Di Giacomo al realismo triste-ironico di Eduardo, approdando con successo ad una comicità teatral-musicale dai mille volti.
Divertente Commedia appassionante.
Autore: Eduardo de Filippo
Regia: Geppy Gleijeses
Production: Gi.tiesse Riuniti
Michele, appena uscito dal manicomio, torna a casa dove lo attende la sorella Teresa, che è la sola a conoscere i suoi trascorsi di pazzia. Michele sembra guarito, ma prende alla lettera tutto ciò che gli viene detto e, credendo che la sorella voglia sposare Don Giovanni, suo padrone di casa, ne parla alla figlia Evelina. Al pranzo di compleanno dell'amico Vincenzo Gallucci, un altro equivoco viene generato da Michele che invia un telegramma al fratello di Vincenzo per annunciare la morte dell'amico. Nel finale, la pazzia di Michele torna a farsi più evidente: diffonde la falsa voce che il giovane Luigi, il corteggiatore della figlia di don Giovanni, è pazzo, e quindi cerca di tagliare la testa al povero giovane, per guarirlo;
« La causa di tutti mali,dov'è? Nella testa! »
(Michele Murri, Ditegli sempre di sì)
Michele viene fortunatamente fermato in extremis dalla sopravvenuta sorella e riportato in manicomio.
Cabaret di J. Masteroff, regia di Saverio Marconi, musiche e liriche di Kander-Ebb. Con Gennaro Cannavacciuolo e Maria-Laura Baccarini
La ricca tradizione della canzone popolare napoletana, la cui produzione raggiunse il culmine dalla seconda metà dell’Ottocento fino al concludersi del secondo conflitto mondiale, rivive in Novecento Napoletano, spettacolo musicale arrivato con successo alla quinta edizione. La messinscena è complessa, sontuosa e accurata: la ricostruzione scenografica, costumi compresi, è stata realizzata grazie all’apporto di alcuni rari e preziosi filmati d’epoca e si ispira, con attenzione alle opere pittoriche di artisti come Scoppetta, Matania e Dal Bono che hanno ritratto l’ambiente con occhi attenti e appassionati. L’insieme di emozioni, atmosfere, ricordi, poesia diventa repertorio popolare, esplorazione delle radici più profonde e indimenticate di una napoletanità autentica e rituale che appartiene a tutti coloro che l’hanno vissuta e respirata come figli affettuosi almeno una volta.
Regia Bruno Garofalo, produzione Di.Elle Grandi Eventi, con Gennaro Cannavacciuolo, Rosaria De Cicco,Franco Castiglia - Ciro Capano - Susy Sebastiano
con Raffaela Carotenuto, Carmine De Domenico. Coreografie: Enzo Castiglia.
Chi sono gli Scugnizzi napoletanani e com'è la loro rumba?