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Blog–strane coincidenze… La casa di Eduardo

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Strana la vita, a volte ti regala sorprese che portano ad interrogarti…

A metà settembre 1984, cominciava la mia quarta ed ultima stagione nella compagnia di Luca De Filippo con la ripresa di una commedia di Eduardo “Chi è cchiù felice e’ me” con la regia dello stesso Eduardo. Per problemi di salute, il grande Eduardo non potendo uscire di casa, d’accordo con Luca, organizzò le prove dello spettacolo nel salone del suo villino, sito a Roma, nel Quartiere Trieste. Un posto bellissimo, che io raggiungevo, partendo un’ora e mezza prima da casa mia che si trovava allora in zona Tuscolana.

Potete immaginare la felicità di questo ragazzo pieno di entusiasmo, che provava lo spettacolo nel salone di casa del Maestro, seduto sul sofà e distante circa due metri.

Furono delle prove molto delicate e faticose dato lo stato avanzato della malattia, ma ciononostante eravamo felici di averlo così accanto, nel suo spazio intimo.

Mi affezionai molto a quella casa, ai suoi odori, alle luci calde di quel salone, alla presenza del Maestro. Mi affezionai talmente tanto che sempre ho serbato con me il ricordo di quei giorni. Ora, il caso ha voluto che trentacinque anni dopo andassi ad abitare a cento metri da quel villino, davanti al quale passo praticamente tutti i giorni quando sono a Roma. E’ incredibile come, per incanto, ad ogni mio passaggio davanti al portoncino, risenta ancora, sempre nitide, le emozioni, e risento la sua flebile voce che mi indica dolcemente e pazientemente, ora una battuta, ora una intonazione…

C’è un significato a tutto ciò? Non lo so. Comunque amo pensare che, forse, non si tratta, solamente, di una mera coincidenza…

 

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Blog – Eduardo de Filippo – ricorrenza

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24 maggio 1900 - 31 ottobre 1984 

Caro Maestro, caro Eduardo,

Vi do del Voi, come mi avevate insegnato, quando giovanissimo tremavo di paura (o meglio: avevo il «timor reverentialis»), ma anche di gioia al Vostro cospetto.

Oggi nel 33° anniversario del Vostro lungo viaggio, voglio approfittare dei "social" (parola che Vi farebbe molto ridere oggi), per ringraziarVi pubblicamente.

Grazie per tutti quegli insegnamenti che mi hanno permesso di interpretare la miriade di personaggi che ho avuto la fortuna di far vivere. Nella creazione di un mio personaggio, la Vostra voce, le Vostre indicazioni, la Vostra determinazione e sicurezza, mi sono stati sempre accanto, soprattutto la sera delle prime, quando il cuore batte forte e più forte ancora!! Come quella sera d’estate a Ferrara nel lontano 1981, quando Voi in quinta mi avete incoraggiato con amore a varcare, a calpestare, quella piccola magica linea che ti catapulta dal buio delle quinte alla luce inesorabile e misteriosa del palcoscenico.

Caro Maestro, grazie infine per la pazienza che avete avuto sempre nei miei riguardi e grazie anche per qualche cosiddetta “cazziata” fattami in corso d’opera. All’epoca ci restavo male, ma oggi riconosco che avevate ragione, e Vi confesso che anche le strattonate mi hanno tanto giovato.

Vi abbraccio e Vi saluto pur sapendo che mi siete sempre accanto in questo cammino di croce e delizia che è il teatro.

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