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Gennaro Cannavacciuolo

Gennaro Cannavacciuolo

Attore e cantante italiano, lavora in teatro, cinema, tv e in molte operette. Vincitore di numerosi premi, fra cui il premio ETI 2009.

URL del sito web: https://www.gennarocannavacciuolo.com

Blog-coincidenze a St-Paul-de-Vence

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La Costa Azzurra ha il suo fascino e sono molte le cose da vedere. Ma il mio cuore ne predilige una su tutte: St-Paul de Vence.

Meta di tanti artisti, fra cui Yves Montand che ho sempre ammirato per la tempra e carriera ed ha cui ho dedicato uno spettacolo (vedi spettacolo su Yves Montand).

Arroccato nell’entroterra, St-Paul de Vence dista circa 30 km da Nizza. Trattasi di un piccolo borgo medioevale, risalente al XIII° secolo, sede della famosa Fondation Maeght, un moderno e preziosissimo museo, destinatario delle collezioni private di Matisse, Mirò e Chagall (sepolto a St-Paul d’altronde).

Altra meta obbligata: l’hotel ristorante la Colombe d’Or, dove Yves Montand e Simone Signoret si incontrarono. Un’emozione incredibile varcarne il portico, visitarne il cortile ed ammirarne i numerosi quadri novecenteschi donati da molti artisti ospiti.

Dopo la Colombe d’Or, si varca la Porte Royale risalente al ‘200, ed eccoci all’ingresso del paese.

E’ un susseguirsi di negozi d’arte e di boutiques raffinate: quadri, sculture, antichità, ma anche di enoteche, specialità provenzali, vestiti dalle stoffe e tagli ricercati, negozi di erbe provenzali, specialità gastronomiche… insomma, nonostante il numeroso afflusso di visitatori, nulla che abbia attinenza con i soliti volgari gadget acchiappa-turista perlopiù di provenienza cinese!

Nella parte alta di St-Paul, ecco la chiesa gotica con il suo dipinto attribuito al Tintoretto nonché il museo storico, mentre nel suo punto più basso, il cimitero con la tomba di Marc Chagall.

E lungo tutto il camminamento delle mura difensive, un panorama d’eccezione sulla vallata, sino al mare…

St-Paul, tenuta i modo eccelso, è quindi un concentrato d’arte e di offerta di qualità, meta di molti artisti che ne hanno fatto un vero e proprio focolaio culturale, lasciandovi un segno tangibile: oltre ai pittori ed attori sopraccitati, Clouzot, Prévert, Cayatte, Baldwin e molti altri vi presero residenza.

Coincidenza divertente: ero alla ricerca di un ristorantino tranquillo quando, passando in una viuzza laterale, scopro il ristorante degli “Artisti”. Un unico tavolo libero, denominato “Yves Montand”…. mi ci sono precipitato e ho potuto degustare un’ottima crêpe!

 

 

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Blog–Nando Citarella e Ciccio u’ Brigante

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E’ stato un bell’incontro, e totalmente inatteso, quello con Nando Citarella con cui avevo lavorato anni addietro. Ritrovarsi nel pubblico ad applaudirlo mi ha fatto davvero piacere e l’ho fatto con forza. Si, perché Nando è un vero artista, dal percorso coerente, di fedeltà verso la propria arte, di amore verso la propria cultura, oltreché emozionante.

Più di tutti mi hanno colpito la Tarantella d’a Fatica e Brigante se more (la canzone di Ciccio u’ Brigante).

La caratteristica di Nando Citarella è quella di riproporre brani popolari antichi, ma non per questo desueti, esaltandone la funzione.

In effetti, da sempre, il canto, la danza, le melodie, la voce hanno accompagnato i momenti salienti delle nostre vite: si canta (si cantava) per invocare gli Dei e quindi per pregare, si canta quando si ama, per superare le fatiche, per tristezza, ma anche per festeggiare, per tranquillizzarsi (ninna nanna). Una canzone popolare è portatrice di significati, di valori, di sentimenti, di elementi aggregativi di una comunità, di abitudini, di canoni estetici: insomma, rispecchia, in piccolo, un frazione di umanità in un contesto storico.

Con innata simpatia e l’ausilio degli strumenti musicali tradizionali, Nando trasmette al suo pubblico la conoscenza del patrimonio musicale del Sud Italia, paragonandoli ad altre espressioni di stampo Mediterraneo, finanche persiane, evidenziando un legame vivo tra le culture, il loro passato e la loro storia locale.

Non a caso, il fulcro di tale patrimonio è la cultura partenopea, quella di un popolo di migranti, ricco di impronte e storie diverse, un crocevia incredibile dove lì solo esiste conciliabilità tra storia, mito, costume, linguaggio, cultura e tradizioni musicali.

Due esempi: la Tarantella, espressione della Magna Grecia, voce dei contadini in un ballo terapeutico.

La Tarantella da fatica

Ed il Brigante d’o sabir, la storia di Ciccio u’ Brigante, che Nando propone in due parti: una prima in napoletano, l’altra in sabir, l’antica lingua franca dei porti del Mediterraneo su un tema tradizionale ebraico. 

Una passeggiata sonora tessuta con sapienza, miscela di passato e presente, di musica antica, di espressioni colti e popolari, di melodie mediorientali e ritmi tradizionali popolari dalla Spagna all’Egeo, sino al Vesuvio.

  

Nando Citarella

Lingua Sabir

Progetto Café Loti

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Blog-il coraggio

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Negli ultimi anni, soprattutto all’estero, sento spesso parlare di “prove di coraggio” inflitte a managers di grandi società: spesso si tratta di fare un salto in bungee jumping oppure di attraversare vallate su ponti sospesi.

Accade che alcuni di loro non siano per nulla sportivi, forse anche in sovrappeso, che abbiano timore del vuoto o che, semplicemente, non “se la sentono”: ciò malgrado, se non si sottopongono a tali pratiche, il loro avanzamento in carriera risulta compromesso.

Insomma, lo scopo è quello di testarli, di capire la loro capacità di far fronte al pericolo, di affrontare sfide e paure, facendo una semplice equazione:

passare su un ponte sospeso = coraggio = migliore risulta professionale

Personalmente, trovo questa pratica odiosa, quasi assibilabile ad una tortura!

Oggi giorno, in epoca di selfie continui, di “grande fratellizzazione” della nostra vita, il coraggio viene equiparato ad un’azione eclatante dove si sfida la morte.

Ma siamo proprio sicuri che questa sia l’unica forma di coraggio? E siamo proprio convinti che chi decide di restare più a lungo possibile sul tetto di un treno in corsa prima di mettersi a pancia a terra all’arrivo del tunnel, sia la persona che meglio gestirà il personale di un’azienda? Che farà triplicare gli utili di una società? Che meglio capirà le tendenze di mercato?

Il coraggio si esplica in mille sfaccettature ed una di queste, forse, mi tocca di più: il coraggio silenzioso, quello che non presuppone la forza guerriera, ma è il coraggio della necessità, della quotidianità, nel perseverare con intima convinzione e coerenza della bontà delle proprie azioni, anche quando vieni deriso o ignorato, anche quando sei triste e malato; è il coraggio di essere se stessi, dando un senso alla propria vita e con umiltà, senza omologarsi, né per opportunismo né per debolezza.

 

 

 

 

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Allegra era la Vedova? - One-man-show per una miliardaria - 2018-2020

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ALLEGRA ERA LA VEDOVA?  Debuttò nel 2005 a Cividale del Friuli, ottenendo grandi consensi e rimase quindi “nel cassetto” per 12 anni. Ora ripresa, con il sottotitolo One-man-show per una miliardaria”, rivisita lo spirito dell’operetta in modo assolutamente originale, tramite la La Vedova Allegra di Lehàr. Un capriccio scenico interpretato da un versatilissimo attore e cantante della scena italiana, Gennaro Cannavacciuolo, ormai consacratosi come ideatore di one-man-show, che interpreta i personaggi simbolo dell’operetta (il conte Danilo, Hanna Glawari, il Njegus, la contessa Maritza, il barone Zsupan, la principessa della Czardas, per citarne solo alcuni), alternando sapientemente momenti comici, sentimentali e drammatici.

Il narratore, Louis Treumann, primo Danilo Danilowich nel 1905 e prediletto di Lehàr, ci conduce in questo viaggio storico tramite le arie più famose del mondo operettistico: attraversa il ‘900, rievocando la Belle Epoque, la prima guerra mondiale, gli anni 20, sino all’inferno della deportazione, suo ultimo viaggio. Il protagonista, alle soglie di un autentico colpo di scena, di un epilogo impressionante negli anni più cupi della Germania nazista, rievoca e ripercorre non solo i propri successi, ma la fortuna stessa dell’operetta viennese e del “mondo di ieri” prossimo allo sfacelo.

Tournée

Recensioni

 

Autore GIANNI GORI, da un’idea di Alessandro Gilleri

Costumi GIUSEPPE TRAMONTANO E CLAUDIO CINELLI

Regia GENNARO CANNAVACCIUOLO E ROBERTO CROCE

Coreografie ROBERTO CROCE

Main sponsor: BANCA FIDEURAM

Protagonista: Gennaro Cannavacciuolo

Pianoforte: Dario Pierini

Clarinetto/sax contralto: Andrea Tardioli

Violino Piermarco Gordini

Ballerini: Giovanni De Domenico e Fulvio Maiorani

Disegno luci Michele Lavanga

Scene: Alessandro Chiti

Fonica: Alfonso D’Emilio

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