Blog-lira o euro?
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L’altro giorno sono andato al supermercato e mi sono imbattuto in questo vecchio cartello che invita i propri cliente a mettere 500 lire nell’apposita fessura per prendere un carrello.
Ho provato una sensazione curiosa, nostalgica direi, come se il “mondo di ieri” (tanto caro a Stephan Zweig, seppur in epoca ben diversa…) fosse ormai un ricordo ormai revoluto.
I famosi anni 70, anni 80, anni 90: anni di prosperità economica, dove era possibile, per un giovane venticinquenne quale sono stato, chiedere un mutuo per acquistare la propria casa e comprare una macchina senza finanziaria. Quando un giovane volenteroso trovava facilmente lavoro, quando vigeva la certezza che negli anni avremmo migliorato il nostro tenore di vita, dando poi sicurezza a figli e nipoti…
Io sono “soltanto” un artista e non di certo un esperto di economia, né tantomeno di politica. Lungi da me pertanto, entrare nel focoso dibattito pro o contro l’euro, pro o contro l’Europa, pro o contro i nazionalismi, pro o contro il potere della finanza internazionale…
Mi limito solamente un semplice paragone tra oggi e allora e vedo, ahimé, un triste impoverimento delle persone, una precarietà sempre più marcata (anche nel nostro settore ovviamente), l’impossibilità per molti giovani di mettere su famiglia, un pessimismo diffuso.
Spesso mi imbatto in qualche “esperto” che mi fa dei ragionamenti ultra articolati, cercando di convincermi che prima eravamo più poveri di oggi per via dell’inflazione, che lo Stato ha sempre vissuto al di sopra dei propri mezzi, che oggi la stabilità dell’Euro garantisce le banche e quindi le famiglie ed imprese, che comprare in Cina consente di calmierare i prezzi e così via. Sarà vero???
I contadini sono sempre più poveri e disperati e si dice loro che 20 centesimi sono troppi per un kg di pomodori, privilegiando quindi quelli cinesi o nord africani che arrivano a container interi nei nostri porti. Ma ad un nostro agricoltore, quanto costa vivere e coltivare in Italia? Avrà anch’esso diritto di condurre una vita dignitosa?
Insomma, mi chiedo se non vi sia un’abissale dicotomia tra la teoria e la pratica!? Mi chiedo se non stiamo sacrificando 2 o più generazioni in virtù di alcune ideologie!? Mi chiedo cosa farebbero oggi tanti giovani se i propri nonni o genitori non fossero riusciti a risparmiare ed acquistare beni immobili!? Ed infine mi chiedo: a chi giova tutto questo? Ad una ristretta oligarchia sempre più ricca a scapito della moltitudine?
Sarei curioso di ricevere qualche parere spassionato sull’argomento…