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Gennaro Cannavacciuolo

Gennaro Cannavacciuolo

Attore e cantante italiano, lavora in teatro, cinema, tv e in molte operette. Vincitore di numerosi premi, fra cui il premio ETI 2009.

URL del sito web: https://www.gennarocannavacciuolo.com

Blog–Sfera Ebbasta–Basta con i finti artisti!

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Si è parlato tanto dell’incendio alla discoteca di Corinaldo in cui si stava esibendo certo Sfera Ebbasta. Non ho volutamente scritto alcunché a dicembre, nel clou della polemica, ma ora che si sono calmate le acque, desidero esprimere il mio punto di vista.

Questo cosiddetto artista appartiene al genere “trapper”, ultima evoluzione, o meglio in-voluzione, del rap, che si diletta a scrivere testi provocatori e volgari, inneggiando al sesso, ai soldi, all’alcol.

Alcuni gli hanno addirittura attribuito la colpa dei morti carbonizzati, in questa discoteca sovraffollata contro ogni regola di sicurezza: questo, a mio giudizio, è sbagliato. Un conto è scrivere e cantare roba oggettivamente brutta e moralmente discutibile, altra cosa è la responsabilità di una mala gestio da parte degli organizzatori del concerto.

Detto questo, ritengo invece che una vera e propria COLPA morale l’abbiano certa parte di mass media, quei “giornalisti”, “critici”, “articolisti”, nonché radio e emittenti vari che danno spazio a queste forme di espressione pseudo-artistiche.

Non si tratta di fare censura, né di essere bacchettone, ma nemmeno di fare l’IPOCRITA e/o l’intellettual-chic, per cui tutto si può dire e fare, in quanto spetta all’utente finale scegliere cosa ascoltare.

Se la censura è cosa sinceramente odiosa ed impensabile ovviamente, la continua proposta di oscenità pseudo-artistiche, totalmente vacue e diseducative, soprattutto per i giovani lo è altrettanto. E dare spazio mediatico a queste schifezze significa in qualche modo legittimarle, nonché, il passo è breve, riconoscere loro un “valore”: e questo è molto grave! Oggi giorno, è quasi impossibile non sentire queste brutture, anche se non lo vuoi: nei grandi magazzini, nei bar, nel taxi, in coda al telegiornale.

Non è del tutto vero quindi che una persona possa “scegliere” cosa ascoltare. Ed i mass media hanno, ahimè, un potere immenso in mano (ricordo il film Quarto Potere…), quello di filtrare e manipolare le informazioni da passare al pubblico e, da lì, inevitabilmente, influenzarlo, soprattutto se giovane, con poche alternative e punti di riferimento! Se nell’arco di 24 ore, il 90% della proposta promozionale e mediatica riguarda prodotti orridi, intanto siamo di fronte ad una sorta di dittatura a-culturale, ma soprattutto passa l’idea che l’intera produzione artistica sia racchiusa in questo 90% e che il 90% della popolazione ami e richieda questa stessa produzione…

Da lì i grande equivoco: “questo vogliono gli Italiani, questo diamo loro”.

Ebbene non è vero! Questo vuole una GRANDE MINORANZA di Italiani, ma una GRANDE MAGGIORANZA dei mass media e potenti produttori. Perché? Perché la provocazione, spesso totalmente sterile, fa audience e fare audience significa vendere più cari gli spazi pubblicitari.

Se questi ragazzini inconsapevoli fanno comodo ad un sistema di facile arricchimento, mi chiedo: ma i genitori, dove sono? Cosa insegnano ai propri figli? Chiedo loro:

Quale significato artistico (nonché morale) possono avere tatuaggi satanici sulle braccia?

Quale significato artistico (nonché morale) possono avere testi come “Mamma, devi stare calma se fumo qualche canna” o ancora “Hey troia! vieni in camera con la tua amica porca” ?

Quale significato artistico possono avere diamantini sui denti, pellicce fluo e foto con il dito medio all’insù?

Testi ed atteggiamenti come questi nulla hanno da spartire con l’arte e l’espressione artistica in generale, ma sono figli di una generazione incerta, preda ad una confusione culturale in cui prevale solo il proprio orizzonte personale, la ricerca spasmodica del proprio successo, ovvero di soldi, e la soddisfazione del proprio ego. "Artisti" che, soprattutto grazie all’appoggio di scaltri impresari e mass media di basso rango, vengono innalzati ad esempio, fors’anche a mito giovanile, quando dovrebbero umilmente tornare sui banchi di scuola e preferibilmente tacere…

La vera Arte non porta all’abbrutimento della coscienza, né deve essere per forza provocatoria. La vera Arte ti emoziona intimamente, innalza le tue vedute, ti rende generoso, consapevole ed abbellisce il tuo orizzonte.

Ho scritto questo post, da persona che vive di arte e di produzioni artistiche. Ma sarà il primo e l’ultimo su individui di questo tipo che ad altro non mirano: far parlare di se, a qualunque costo.

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Blog–dietro-le-quinte

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Oggi voglio parlarvi di cosa c’è dietro le famose “quinte”: in teatro, ma anche, seppure in modo leggermente diverso, in tv e al cinema. Si, perché sulle locandine, in tutta la promozione e pubblicità in generale, si parla quasi solo esclusivamente degli attori (o attrici) e poi del regista. Solo raramente, vengono menzionati tutta una serie di altre figure altamente professionali, senza le quali sarebbe impossibile andare in scena o fare un film.

Eppure, queste figure sono davvero tante: di base, più la produzione è grossa più sono numerose. Qualora parliamo di una piccola produzione, capita che due-tre ruoli vengano accorpati in uno solo: ed il tecnico deve avere quindi molte capacità e tanta flessibilità.

In teatro, una delle figure principe è il direttore di scena. Egli detiene la responsabilità dell’intero allestimento dello spettacolo, è profondo conoscitore di tutti i ruoli tecnici. Stabilisce gli orari, la metodologia di lavoro, rileva e sanziona eventuali inadempienze, tiene i rapporti con la direzione artistica, il produttore (ovvero il finanziatore) e la direzione del teatro.

Ovviamente vi è poi il regista dell’opera: dirige gli attori, decide se e come tagliare un copione, nei film decide le inquadrature, mentre in teatro stabilisce le entrate/uscite degli attori. In buona sostanza, funge da “autore” di un opera, anche se questa non è stata scritta da lui.

In teatro, esiste anche direttore di sala, ovvero dell’ambiente teatrale, ma anche della cassa, delle mascherine, del guardaroba, della sicurezza, dell’eventuale bar: insomma assicura l’accoglienza ottimale degli ospiti.

Quando siamo di fronte ad un opera cantate, subentra la figura del direttore musicale il cui ruolo è interpretativo: sceglie l’andamento, i tempi ed indirizza i musicisti, stabilendo gli ingressi delle voci. A volte è affiancato dal vocal coach, che prepara i cantanti seguendo le indicazioni del direttore musicale.

Altro ruolo essenziale è quello dello scenografo: crea tutti quegli elementi di scena atti a creare l’ambiente in si svolge l’azione scenica, sempre raccordandosi il regista, assecondandone le esigenze. Un buon scenografo è esperto in disegno, pittura, scultura, architettura e grafica, conosce bene i vari materiali e ovviamente ha solide basi per creare effetti di prospettiva.

Il costumista disegna e scegli gli abiti di scena, di concerto con il regista e lo scenografo.

Il coreografo invece cura le coreografie dei ballerini/danzatori.

Un tecnico da me molto apprezzato quando è bravo, è il cosiddetto light designer: colui che disegna il piano luci, sempre concertandosi con il regista e lo scenografo. Crea effetti speciali, ambientazioni particolari, controlla coordina tutte le luci dello spettacolo. E’ coadiuvato dal tecnico luci, in sostanza l’elettricista del teatro che monta gli impianti e segue il sistema di illuminazione durante l’intera rappresentazione

Vi è poi l’ingegnere del suono o il sound designer: esperto musicale, di tecnologia e di acustica, coadiuvato dal fonico, sorta di elettricista esperto di impianti audio (amplificatori, microfoni, mixer, registratori, e così via).

Altra importante figura è quella del truccatore: il truccatore di teatro deve spesso essere in grado di evidenziare specifici tratti somatici per via della grande distanza tra l’attore ed il suo pubblico, cosa che non accade in ambito cinematografico

Il parrucchiere: gestisce le parrucche e deve conoscere le varie “acconciature” storiche.

Il compito dell’attrezzista è quello di gestire gli arredi, gli oggetti ed altri piccoli materiali (per opposizione alla scenografia) occorrenti in scena. Ad esempio: il vasellame di una tavola imbandita…  E’ un mestiere artigiano, in quanto deve realizzare e/o modificare oggetti secondo le esigenze dello scenografo e del regista.

Dal canto suo, il macchinista monta, smonta e sposta gli elementi scenografici. Assomiglia ad un piccolo ferramenta ambulante, sempre attrezzato con cacciavite, chiodi, martelli e simile. E’ anche colui che si occupa delle varie eventuali corde su cui attaccare gli stangoni per appendere fondali e quinte. 

Infine, il videomaker e fotografo: curano personalmente le riprese e gli scatti fotografici dello spettacolo, mentre il montatore, come lo dice la parola stessa, “monta”

Credo di non aver dimenticato nessuno, se non il finanziatore…. J , senza cui nessuna delle persone sopra elencate lavorerebbe, mentre l’amministratore controlla la quadratura delle  entrate e delle uscite!

Insomma, cari amici, questo per darvi un’idea di quanto “materiale umano” vi sia dietro uno spettacolo e ancor di più dietro un film (come il casting od il location manager).

Quindi, un grazie di cuore a tutte queste importanti, essenziali, figure professionali all’ombra dei riflettori e quasi sempre disponibilissime ed affettuose.

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RINGRAZIAMENTI In evidenza

RINGRAZIAMENTI

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Sono passati 15 giorni e vorrei ringraziare di cuore tutti voi per gli affettuosi messaggi ricevuti. Siete davvero tantissimi ed ancora non riesco a rispondere a tutti. Oltre 10.000 whatsapp, migliaia di commenti e messaggi sui socials, articoli di stampa, centinaia di telegrammi e di telefonate hanno riscaldato e continuano a riscaldare i nostri cuori, aiutandoci, piano piano, a superare il dolore immenso della perdita improvvisa di Gennaro.
Gennaro è stato un marito meraviglioso, premuroso, amorevole, un papà affettuosissimo, un amico sincero e presente di tanti che oggi lo piangono, nonché un grande artista: un artista sempre fedele al suo ideale di bellezza, ad una gerarchia di valori ormai sempre più rara, espressione estetica della sua ricchezza interiore, della sua bontà d’animo e della sua spiritualità.
La sofferenza è grande ed è difficile trovare un senso a tutto ciò (che pur ci sarà), ma confesso che il nostro matrimonio è stato così bello, che trovo conforto in tanti ricordi meravigliosi. E poi, Gennaro non è assente è solo “invisibile” come diceva in un suo spettacolo, senza contare che in casa siamo circondati di sue foto e locandine, abbiamo tantissimi video, cd ed oggetti che, a volte, ci sembra sia solo partito in tournée. Raphael, inoltre, ascolta e guarda ogni giorno qualche suo video e canzone…
Ho poi ricevuto alcune proposte/richieste molto belle da parte di artisti, giornalisti ed associazioni, per mantenere viva la memoria di Gennaro e di ciò che ha creato.
Così ho deciso, anche dietro richiesta di molti di voi, non solo di mantenere viva questa pagina, ma anche il suo sito a cui vi invito ad iscrivervi, tramite cui vi informerò di alcune iniziative e posterò ricordi, informazioni ed altre varie. Fra qualche settimana avrò il piacere di informarvi di un’iniziativa molto bella a mio giudizio, che sicuramente piacerebbe tanto a Gennaro.
Grazie ancora di cuore a voi tutti per il Vostro affettuoso e spesso commosso sostegno e vi dico “a presto”.
 
Christine, a cui si unisce Raphael.
 
Ps. Metto questa foto così emblematica, dove, felice, Gennaro esce a ringraziare il suo pubblico, dopo la recita di “Allegra era la Vedova” al Caniglia di Sulmona, gennaio 2020.

 

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