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Gennaro Cannavacciuolo

Gennaro Cannavacciuolo

Attore e cantante italiano, lavora in teatro, cinema, tv e in molte operette. Vincitore di numerosi premi, fra cui il premio ETI 2009.

URL del sito web: https://www.gennarocannavacciuolo.com

Blog–cos’è la cultura?-incontro con Patrick de Carolis

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La settimana scorsa, nell’ambito della settimana francese Rome-Paris, Paris- Rome, ho avuto modo di assistere a Roma ad una bellissima intervista voluta ed organizzata dalla Sig.ra Jacqueline Zana-Victor di Patrick De Carolis, noto giornalista e presentatore televisivo francese, ideatore di trasmissioni culturali che hanno fatto storia, nonché ex presidente direttore di France Televisions et France 24.

Intervistato da Roly Kornbit di TV Gold, in una bellissima location quale la Galleria Plus Arte Pulse, i temi affrontati sono stati perlopiù attuali:

  • il ruolo che dovrebbe avere la TV pubblica rispetto a quella privata
  • Il ruolo della politica nella televisione
  • L’invasione dell’“intrattenimento” a scapito di altre trasmissioni, film o format informativi e culturali

Grande merito di De Carolis è, a mio giudizio, l’elevatezza e l’ampiezza di vedute circa un mondo mediatico da riformare, italiano, francese ma anche europeo in generale, il desiderio profondo e reale tentativo di migliorarne le sorti, il coraggio della schiettezza, ovvero l’assenza di quest’odiosa modalità espressiva molto in voga il cosiddetto “politically correct” e la sua profonda cultura condita da una buona dose di carisma e simpatia che hanno letteralmente entusiasmato la platea.

Infine, egli ha dato la sua definizione di “cultura”, termine spesso usato a vanvera, oggi sinonimo di un calderone dove le cose più disparate vengono ammassate, senza un minimo denominatore comune di qualità. Basta vedere certi film di “interesse culturale” finanziati dal Mibact e spacciati per film d’interesse “culturale”… .

La definizione di De Carolis della parola “cultura” è molto interessante e condivisibile, in quanto la “cultura” non può essere una semplice etichetta da appiccicare ad un determinato “prodotto” (libro, quadro, spartito musicale…), bensì è l’effetto di quel prodotto sulle persone e la società. Questa definizione, inoltre, racchiude in sé un metro di misura che fa capire immediatamente ciò che ha valore e ciò che non ne ha. In sostanza, è inutile cercare di far accettare il concetto – come tanti relativisti e/o detrattori a-culturati vorrebbero fare – che “Beethoven” e “Ebasta” sarebbero due espressioni culturali di pari valore… vedi mio precedente articolo in merito (leggi l'articolo) e che “i gusti son gusti”. No! La cultura non è semplicemente questione di gusto personale, ma qualcosa di molto di più ampio. La cultura, secondo la bella definizione di De Carolis, è qualcosa di molto più nobile e deve soddisfare 4 punti:

  • La cultura è tutto ciò che ha una funzione aggregante tra le persone: unisce i popoli, le etnie, le generazioni…. si pensi ai tanti libri, alla musica, quadri o film per cui non esistono frontiere, né credi politici o religiosi
  • La cultura è tutto ciò che rivela l’individuo: seppur aggregante, la cultura fa emerge le diversità e l’individualità della persona
  • La cultura è tutto ciò che rende liberi: essa conferisce facoltà critica ed oltre a farci riscoprire noi stessi, la nostra vitalità ed identità, ci libera dai condizionamenti che spesso dissacrano l’esistenza
  • La cultura è tutto ciò in grado di elevare la qualità della vita e di rendere l’uomo migliore

Spero di non avervi tediato con questo post che potrebbe sembra un po’ saccente od avere un sapore troppo intellettualoide. Tuttavia, ritengo che alcune precisazioni vadano fatte, mentre ribadire con forza concetti-chiavi, soprattutto riguardante la cultura per l’appunto è essenziale, per noi e per le future generazioni. Oggi viviamo in un marasma produttivo e mediatico senza precedenti: anche il peggiore obbrobrio del momento troverà un produttore e dei media in vena di vantarne i meriti, vuoi per soldi o per mille altri motivi. Ed è una cosa che ritengo sbagliata ed anche grave. Rendiamo a Cesare quel che è di Cesare!

Quindi grazie al Sig. De Carolis di aver espresso il suo prezioso punto di vista: credo che ogni persona presente in platea sia uscita arricchita da questo incontro che spero potrà essere presto tramesso in TV o via web.

  

Patrick de Carolis

Gold TV

Rome – Paris Paris Rome

Galleria Plus Arte Puls

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L'amore strappato 2019

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L'Amore strappato, regia Simona Izzo e Ricky Tognazzi, con Sabrina Ferilli, Enzo de CaroGennaro CannavacciuoloIsabella Aldovini e Ottavia Fusco Squitieri.

Produzione: Jekko per Canale 5, Mediaset - 2019

Script: Angela Lucanto con Maurizio Tortorella e Caterina Guarneri

Storia: tratta da una storia vera, quella di Angela Lucanto, un incredibile errore giudiziario stravolge la vita di una bambina di sette anni, che viene ingiustamente strappata alla sua famiglia. Sabrina Ferilli si cala dunque nei panni di una mamma coraggio, che lotta con tenacia, coraggio e determinazione per dimostrare l’innocenza del marito ingiustamente accusato di molestie e arrestato. L'obiettivo è quello di riavere la loro bambina prima che si scordi di loro e soprattutto ricomporre la loro famiglia distrutta. 

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Blog – Joe Assouline, i “bistrots parisiens”

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Amici romani, il 9 marzo, ore 18h30, presso la Galleria Fondaco di Roma, si terrà il vernissage del pittore francese Joe Assouline.

Per chi ama il “realismo poetico” delle “vite silenziose”, accorrete per ammirare i suoi famosi “bistrots parigini”, storici testimoni di storie personali e pubbliche, belle o drammatiche, talvolta commoventi, bistrots frequentati dalle persone più “chic”, come dai più tetri e tristi bassifondi, ricettacoli di mille storie disparati che si intersecano, si dimenticano o rimangono impresse per sempre nella Storia.

L'incontornabile "bistrot francese" splendidamente (ri)evocato, dove tutto quello che non si può è qui dipinto.

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Blog – Quanti-amano-l’operetta?

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Ho sempre amato l’operetta, in particolare la Vedova Allegra, di Franz Lehár, che ho avuto il piacere di interpretare numerose volte, in vari teatri lirici sotto diverse regie. Tant’è il mio ultimo spettacolo si intitola Allegra era la Vedova? e ne racconta le vicende tramite il suo primo protagonista, Louis Treumann, grande attore e cantante viennese dello scorso secolo.

Ma cos’è esattamente l’operetta? Considerata a lungo (ed anche oggi perlopiù) una sorta di “avanspettacolo”, quindi un genere minore, l’operetta tratta di temi sentimentali e/o giocosi, nonché di satira politica, dove la prosa si alterna alle parti cantati, unitamente a parti danzati ed altre corali. Caratteristica del genera è la sua ricchezza scenografica ed i risvolti narrativi improvvisi e spesso comici. Nata in Francia a metà 800 con Offenbach, l’operetta si è quindi diffusa in Austria, in Germania ed in Inghilterra, attingendo di volta in volta alle opere esistenti localmente del teatro musicale, o de “l’opéra bouffe” francese, alla ballad inglese ed il Singspiel tedesco.

Pura espressione della borghesia, a lungo snobbata dall’élite aristocratica, l’operetta ha faticato per decenni nei teatri di periferia, nelle cittadine di provincia, prima di affermarsi come genere artistico di tutto rispetto sino al suo culmine durante la Belle Epoque, periodo che coincide con l’espansione internazionale della borghesia e affermazione dell’alta borghesia industriale. Autori e compositori quali Lehar, Strauss, Silbert & Sullivan, per citarne solo alcuni, ne sono l’emblema. Molto interessante è poi la contaminazione tedesca il cui genere minori era allora il cabaret e ritmi di marcia, a sfondo intellettuale e satiro tipo di Berlino. Spicca su tutti Kurt Weill e la sua Opera da Tre Soldi, libretto di Bertold Brecht.

In Italia l’operetta faticò molto e visse prevalentemente di “importazioni” prima che compositori quali Costa, Ranzato, Pietri e Lombardo riuscirono ad imporre il genere, in un settore totalmente dualistico: la prosa drammatica e l’opera lirica: opere quali Paese dei Campanelli, Cin-Ci-Là, La Danza delle libellule, ne sono esempi di tutto rispetto. Fino agli anni 60, anche grazie ad una crescente teatralizzazione del genere, questo continua proliferare anche grazie ad artisti di prim’ordine quali Wanda Osiris, Anna Magnani, Erminio Macario, Gino Bramieri, Isa Barzizza e molti altri.

Sino a qualche anno orsono, la città di Trieste ha ospitato per molti anni un bellissimo ed importante “Festival dell’Operetta”, divenuta anche n’importante attrazione turistica. Oggi, purtroppo, in Italia, a turnazione in qualche teatro lirico, viene perlopiù rappresentata la “Vedova Allegra”, tutt’ora molto apprezzata dal pubblico, ma il genere sembra quasi abbandonato.

 

 

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