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Splendori e miserie dei camerini teatrali

Come potrete immaginare, in decenni di “peregrinaggio” in tantissimi teatri italiani e non, ne ho visto di cotte e di crude e da tutti i punti di vista. Ho recitato sotto installazioni tecniche pericolanti, su palcoscenici dalle tavole rotte, in teatri dove si moriva di freddo durante l’inverno o si soffocava già da aprile; ho trovato teatri privi di acqua corrente nei bagni di servizio. Ci sono teatri in cui il direttore ti accoglie a pompa magna ed altri in cui incontri solo il custode e dove, da fine ad inizio rappresentazione, se hai una qualsiasi esigenza, puoi contare solo sulla bravura del tuo staff personale… Ci sono persino teatri in cui piove dal tetto ed altri in cui trovi pareti ammuffite.

Ovviamente, ci sono anche teatri dove è tutto all’opposto! Dove ceste di frutta e dolciumi ti accolgono in camerino o addirittura un inserviente passa ogni mezzora con un carrellino chiedendo se occorre qualcosa. Ho visto e “vissuto” camerini meravigliosi, con doccia privata dotata di bagnoschiuma, shampoo e asciugamani profumati od ancora camerini con divano letto per riposare, scendiletto e pantofole usa e getta.

Insomma, potrei scrivere un libro in merito intitolandolo “un tragi-comico itinerario teatrale…”.

Infatti, alcune volte, ti viene proprio da piangere, ma devi comunque andare in scena, all’ora prestabilita, recitare la tua parte, fingendo che tutto vada bene, quando magari non è affatto così.

Ho deciso così di stillare un piccolo vademecum, una sorta di promemoria, di come noi artisti e tecnici vorremmo trovare il teatro al nostro arrivo, ovvero la mattina del debutto:

  • Un responsabile tecnico (capita anche di non trovare gli interruttori per illuminare o spegnere la sala…)
  • Un’attrezzatura tecnica corrispondente a quanto pattuito (spesso viene garantita la presenza di un amplificatore o di un proiettore quando invece non esiste né l’uno né l’altro…)
  • Un sipario funzionante… è sempre imbarazzante trovarsi con un sipario a mezz’asta…
  • Camerini puliti: non li pretendo igienizzati né al profumo di rosa, ma quanto meno puliti e con il cestino della spazzatura SVUOTATO (avete idea di quanto puzzino gli avanzi ammuffiti delle precedenti compagnie…??)
  • Camerini con luci funzionanti… (è anche capitato di starci al buio…)
  • Camerini caldi (specialmente d’inverno): possibilmente almeno 22 gradi.
  • Se i camerini hanno una finestra, sarebbe opportuno sia funzionante, ovvero che si possa aprire e chiudere. D’inverno per non avere spifferi e d’estate per poter aerare l’ambiente.
  • Nei camerini è sempre gradito trovare una bottiglietta d’acqua: so che può costare anche 1 euro, ma a volte accade che i bar del circondario siano chiusi, né si trovino distributore automatici: e la sete incombe lo stesso…
  • Gabinetti con acqua corrente e dotati di carta igienica. La chiave è spesso considerata un optional: personalmente amo una certa privacy…
  • Luci di servizio dietro il palcoscenico (camminare al buio dietro le quinte, magari dovendo anche cambiare un costume non è molto agevole e può essere anche pericoloso)

Infine, è sempre gradito iniziare lo spettacolo in orario, al massimo con 5 minuti di ritardo. Non avete idea quanto sia odioso aspettare 15-20 minuti pronti dietri il sipario, sentire il vocio del pubblico, il suo viavai incessante, la miriade di telefonate “devo spegnere che sono a teatro” (ma tanto non spengono quasi mai… sarà oggetto di un altro post)…

Tutto ciò non è pignoleria credetemi, sono aspetti che danno maggior serenità e consentono di lavorare meglio.

Nella foto, eccomi ben accolto nel bel camerino del Teatro Florida, Firenze.

 

Teatro Florida, Firenze  

Ultima modifica ilDomenica, 28 Aprile 2019 20:32
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