Blog–Il Calendario, che vita da attore!
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Ecco a voi il tipico calendario dell’attore!
Ha un foglio per la stagione invernale, da settembre a febbraio, e un altro per la stagione estiva, da marzo a agosto.
Ogni mese ha una colonna dedicata ai giorni con un piccolo spazio... per scrivere, sì. Perché le informazioni necessarie sono poche: un titolo, di uno spettacolo teatrale, di un film di una città.
Bastano solo due parole.
A volte sul calendario dell’attore potrete vedere delle lunghe strisce colorate, altre volte dei piccoli blocchi bianchi.
Parlarvi di questo calendario oggi per me è un pretesto per provare a rispondere all'annosa domanda: “Come ci si si sente una volta spenti i riflettori?”. Ebbene, vi risponderò, facendo un po’ di sana auto-analisi…
A pensarci bene, il lavoro di noi attori è proprio differente. Per tante ragioni, ma, sul piano pratico, lo è per due motivi essenziali.
Il primo è che si passa da una fase lavorativa totale, estremamente intensa, ad una ascetica, di riposo completo. Nella fase lavorativa, abbiamo l’adrenalina a mille prima di salire sul palcoscenico, proviamo tante emozioni: paure, dubbi, gioie, fastidi. Dipende tutto dal pubblico e dalle sue reazioni.
Per ore restiamo lì, sotto proiettori accecanti, tra gli applausi che ci gratificano e il telefono che non smette mai di squillare. C'è chi ti fa i complimenti, ti chiede biglietti o commenta la serata, ci sono i giornalisti. Insomma: viviamo in un tourbillon frenetico, esaltante e stancante allo stesso tempo e sempre siamo a stretto contatto con i membri della troupe
A questo segue una seconda fase. Un silenzio, un assordante silenzio!
A riflettori spenti, senza giornalisti, con gli amici che non hanno più nulla da commentare, con i membri della troupe non ci sono più…
Ebbene, non mi crederete, ma passare da un estremo all’altro, più volte nell’arco dell’anno e per anni, non è così facile da gestire. Il bello è che quando sei nel tourbillon ti rallegri e nel periodo di riposo che seguirà fai mille progetti: “riprendo a studiare inglese”, “mi iscrivo a pilates”, “faccio un viaggetto”. Ma, puntualmente - chissà perché - non è così! C’è sempre qualcosa che ti impedisce di fare un viaggetto o pilates!
Il secondo aspetto, riguarda i personaggi che interpreti: fino a ieri interpretavi magari un affascinante gentiluomo, domani un vecchio psichiatra depresso, domani ancora un trans mezzo matto e poi ancora un giudice di corte!
Insomma, se da una parte fai una vita molto stimolante intellettualmente, è pur vero che se non hai un tuo equilibrio a cui tornare e attorno cui fare un sano reset nei periodi di fermo, è facile uscir di senno…
Quindi: “come ci si sente una volta spenti i riflettori?”. Un po’ stralunati e con l’umore ballerino… Noi artisti non siamo strani come sento dire, siamo solo un po’ perennemente sfasati…
E con questo, tra il serio ed il faceto, auguro a tutti voi una splendida giornata!
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1 commento
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Corrado Talamonti Sabato, 24 Novembre 2018 10:59 Link al commento
Belle parole, caro Gennaro.
Interessanti le tue considerazioni e sicuramente coinvolgenti nello stile di vita che un attore ha, volente o nolente. Ti auguro di trovare quel piccolo "equilibrio" che ti possa permettere di uscire, anche per poco dal costante "tourbillon" per approfittare del periodo di "riposo", per ricaricare le batterie. anche se sono più che certo che il re degli "sfasati", quale tu sei, trova proprio nella fase di impegno più intensa la sua ricarica. :-)