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Blog–uno spettacolo volgare!

Ci risiamo. Un teatro storico, che ha visto calcare il fior fiore degli artisti teatrali, attori e cantanti, un teatro che si è distinto negli anni ed ora con un andamento un po’ alterno.

In scena, uno spettacolo di una volgarità imbarazzante, con il solito protagonista televisivo. Una cosiddetta “commedia” italiana, con un testo improbabile, dalla scrittura mediocre e dagli argomenti triti e ritriti, con una trama che si sviluppa essenzialmente attorno a storie di corna, di gay che passano per etero ed etero che passano per gay. Ovviamente, il tutto condito da parolacce a raffica, talmente scontate e continue che ogni forma di effetto voluto decade totalmente.

Un pubblico in sala totalmente diviso a metà: una parte impassibile, ovvero gelida, indubbiamente insoddisfatta. L’altra metà che scoppia a ridere ad ogni c* , s* e così via. Poi, scopro che un buon 40% della sala è stato convogliato lì mediante “gruppisti” a prezzi stracciatissimi, mania ora molto in voga nei teatri romani, pur di poter dire “ho fatto sala piena” (a 3/5/8 euro è facile riempire la sala…) – e mi sa che scriverò presto un post su questo. Il risultato? Il 50% del pubblico insoddisfatto, anzi visibilmente disgustato, che molto probabilmente non tornerà più a teatro: complimenti ai programmatori!

Mi rifaccio anche al post del 4 dicembre sulle pubblicità volgari (leggi post) e mi chiedo cosa ci ha portato ad arrivare così in basso? Qui non parliamo di una sortita estemporanea, ma di un punto di arrivo ahimè, di atteggiamenti che sono ormai pienamente radicati nella nostra quotidianità, come conseguenza del permissivismo, del relativismo morale, dell’individualismo e demagogia democraticista. La volgarità è diventa ormai uno stile proprio della società e degli individui che la compongono: atteggiamenti volgari (urlare, usare parolacce, passare avanti qualcuno in fila…), spettacoli volgari, pubblicità volgari, programmi televisivi volgari, film volgari, abbigliamenti volgari e così via scandiscono il nostro quotidiano. Lo stile, le cosiddette “buone maniere” non sono solamente legate all’educazione né fine a se stesse, ma sono anche il riflesso della propria anima, di una filosofia di vita e relativi ideali.

Cerchiamo, tutti, di tagliare la testa a questo virus affinché non si propaghi più di quanto già non lo sia, specialmente nelle e per generazioni più giovani.

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