A volte ci si chiede quale sia la logica di alcune cosiddette “politiche commerciali”.

E’ successo proprio l’altro ieri. Torno da fuori Roma sull’A1 e mi fermo con la macchina in uno “Chef Express”, altezza Frascati.

E’ da poco passata l’ora di pranzo ed ho mangiato poco: sono assalito dal classico “languorino dolce” post prandium. Ho voglia di un cioccolatino ed entro nell’area bar.

Come per incanto, a destra della cassa, vedo un grande recipiente trasparente con dei cioccolatini Lindt blu e rossi (quelli tondi per intenderci): €1.50 l’uno.

Prendo quello rosso e vado alla cassa per pagare. Mi dicono che non possono vendermi il cioccolatino da solo: devo comprare l’abbinamento caffè + cioccolato per €2.50.

Solo che avevo preso già un caffè mezzora prima ed un altro non mi andava. Chiedo allora di pagare un caffè ginseng in tazza grande + il cioccolatino (€1,70 + €1.50 = €3,20). Mi viene detto: “non possiamo vendere il cioccolatino con il caffè ginseng, ma solo con il caffè normale”.

Ho insistito, specificando quanto era assurdo tutto ciò, a maggior ragione che il caffè ginseng essendo più caro del caffè normale loro ci guadagnano di più: nulla da fare. Arriva un altro cassiere: “sono le nostre politiche commerciali”. Insomma, o compri caffè normale + cioccolatino per €2,50 oppure un caffè ginseng e basta per €1,70. Di certo, non puoi comprare un ginseng + il cioccolatino per €3,20 né il cioccolatino da solo per €1,50! Dietro di me altri due signori in fila in preda a mal di pancia da risata per l’assurdità delle “politiche applicate”.

Io sono solo un artista e quindi non atto, probabilmente, a capire tutto ciò, né tantomeno di marketing e quant’altro: perciò chiedo se qualcuno sa spiegarmi la genialità sottostante questa “politica commerciale”? Perché un normale cristiano non può comprare un cioccolatino messo lì in bella mostra con 1.50 euro di cartello sopra e perché deve per forza comprare in più un “caffè tradizionale” che non sia ginseng, nocciolino, moccaccino o altro ancora???