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Corni - parte dell'attrezzeria di Novecento Napoletano
Corni - parte dell'attrezzeria di Novecento Napoletano

Blog – l’amuleto del napoletano

Alzi la mano chi non si è mai imbattuto in un corno napoletano?!

Storto, a punta, cavo, rigido e rosso, il corno, detto “curniciello portafortuna” per essere efficace non deve essere acquistato, bensì ricevuto in regalo, Inoltre deve essere fatto a mano di modo che chi lo crea trasmetta le sue influenze positive le quali accompagneranno il suo portatore.

E’ una storia antica quella del corno. Sembra che i poteri dell’amuleto risalgano all’età della pietra (Neolitico) e derivanti dalle corna degli animali, portatrice di forza fisica. Già nell’antico Egitto, quindi nell’età romana, grandi personaggi quali Alessandro Magno, i Faraoni e Mosè ad esempio ornavano i loro elmi con le corna in occasione di parate, eventi importanti e battaglie.

Sembra anche che in epoca romana, il corno, per analogia alla sua forma “fallica”, diventi anche simbolo di virilità e fertilità, oltreché di forza e fortuna.

Nel periodo medioevale si consolida definitivamente la sua fama di portafortuna, tant’è che gli artigiani napoletani iniziano la sua produzione. Il corallo è il materiale prescelto, sia perché già all’epoca ritenuto magico e benefico per le donne incinte, ma anche perché di colore rosso e quindi collegato al sangue ed al fuoco, emblemi di vita, energia e potenza.

Non credo vi sia ad oggi casa napoletana sprovvista di un corno la cui produzione abbonda nelle botteghe del centro storico.

In fondo, il corno è una testimonianza del sincretismo religioso dell’anima napoletana, della sua tipica mescolanza di sacro e profano, di convivenza tra gli opposti e delle contraddizioni che ne derivano.

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