Riccia o frolla???
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Riccia o frolla? Questa è una battuta di un mio spettacolo, ma sono anche, e soprattutto, due aggettivi che qualificano la famosissima sfogliatella, spesso oggetto di doppi sensi…
Ma lì dove fu inventata, credo ve ne fossero ben pochi di “doppi sensi” ahimè. Si, perché la sfogliatella è stata inventata in un convento di clausura, quasi sicuramente quello di Santa Rosa, sulla costiera amalfitana, anche se alcuni danno il primato a Santa Chiara.
Compito delle suore era anche quello di cucinare, ivi compreso il pane che sfornavano ogni quindici giorni. Pare che un giorno del ‘600, rimase sul tavolo un avanzo d’impasto, fatto di farina cotta nel latte (semola). Era impensabile buttarlo, così una suora pensò bene – santa ispirazione? – di aggiungervi un po’ di zucchero, di frutta secca e di liquore al limone, creando così un “ripieno” che infilo tra due sfoglie di pasta, addizionate di strutto e, forse, di vino bianco.
Forse per placare il suo sentimento di colpa per aver creato tanta bontà (questo lo aggiungo io! ), la suora ripiegò la sfoglia superiore, dandole la forma di un cappuccio di monaco, prima di riporre tutto in forno. Il successo fu immediato e redditizio!
Il convento iniziò infatti a produrre la ribattezzata “Santarosa” per i contadini della zona, sempre golosi, che depositavano le monete nella ruota prima di girarla ed ottenere questa squisita novità. Dopo circa due secoli, la sua fama giunse sino a Napoli quando certo Pasquale Pintauro, celebre oste in via Toledo, ne fiutò l’affare. Inizio a produrre la Santarosa, convertendo la sua osteria in laboratorio dolciario.
Ad onor del vero, Pintauro ebbe il merito di modificare la ricetta originale, molto più spartana, e di ribattezzare il dolce in sfogliatella. La sua varietà più famosa, la riccia, ha sempre mantenuto al sua forma triangolare a conchiglia. Diventata celeberrima, la sfogliatella si trova oggi in tutte la pasticcerie di Napoli. Per chi cerca il meglio, consiglio la stessa bottega di Pintauro sempre in via Toledo che, ovviamente, ha cambiato gestione, ma non la qualità, oppure quella della Pasticceria Bellavia.