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Blog-Berlino-The Clash of Futures-Anteprima

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Amici, domani, 7 settembre, a Berlino, presso l’Astor Film Lounge, Kurfurstendamm 225, esce la prima mondiale di THE CLASH OF FUTURES 1918-1939, serie TV di 8 episodi.

Co-prodotta da Looksfilm, Arte, Iris Production, Les Films d’Ici, e la Österreichischer Rundfunk (ODR), diretta da Jan Peter e Frédéric Goupil, la serie racconta di 6 episodi storici avvenuti nel ventennio 1919-1939 che si svolgono nello scenario internazionale della Grande Storia, in un incrocio di sentimenti, politica, storie personali, pubbliche ed eventi sociali.

In questa serie ricopro il ruolo drammatico del protagonista italiano, Silvio Crespi, grande industriale lombardo, nonché deputato e senatore, che inizialmente appoggiò l’ascesi del Duce per poi distaccarsene, riducendosi così ad un doloroso esilio e perdendo posizioni industriali consolidate.

Un lavoro molto interessante, un prodotto culturale di altissima qualità ma non per questo “pesante”, fedele storicamente e frutto di intense ricerche nonché adattamenti. In distribuzione attualmente in 35 paesi, spero che l’Italia comprerà la serie: penso che gli Italiani abbiamo anch’essi diritto alla qualità e non solo a sceneggiati spesso alquanto omologati…

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Blog-lira o euro?

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L’altro giorno sono andato al supermercato e mi sono imbattuto in questo vecchio cartello che invita i propri cliente a mettere 500 lire nell’apposita fessura per prendere un carrello.

Ho provato una sensazione curiosa, nostalgica direi, come se il “mondo di ieri” (tanto caro a Stephan Zweig, seppur in epoca ben diversa…) fosse ormai un ricordo ormai revoluto.

I famosi anni 70, anni 80, anni 90: anni di prosperità economica, dove era possibile, per un giovane venticinquenne quale sono stato, chiedere un mutuo per acquistare la propria casa e comprare una macchina senza finanziaria. Quando un giovane volenteroso trovava facilmente lavoro, quando vigeva la certezza che negli anni avremmo migliorato il nostro tenore di vita, dando poi sicurezza a figli e nipoti… 

Io sono “soltanto” un artista e non di certo un esperto di economia, né tantomeno di politica. Lungi da me pertanto, entrare nel focoso dibattito pro o contro l’euro, pro o contro l’Europa, pro o contro i nazionalismi, pro o contro il potere della finanza internazionale…

Mi limito solamente un semplice paragone tra oggi e allora e vedo, ahimé, un triste impoverimento delle persone, una precarietà sempre più marcata (anche nel nostro settore ovviamente), l’impossibilità per molti giovani di mettere su famiglia, un pessimismo diffuso.

Spesso mi imbatto in qualche “esperto” che mi fa dei ragionamenti ultra articolati, cercando di convincermi che prima eravamo più poveri di oggi per via dell’inflazione, che lo Stato ha sempre vissuto al di sopra dei propri mezzi, che oggi la stabilità dell’Euro garantisce le banche e quindi le famiglie ed imprese, che comprare in Cina consente di calmierare i prezzi e così via. Sarà vero???

I contadini sono sempre più poveri e disperati e si dice loro che 20 centesimi sono troppi per un kg di pomodori, privilegiando quindi quelli cinesi o nord africani che arrivano a container interi nei nostri porti. Ma ad un nostro agricoltore, quanto costa vivere e coltivare in Italia? Avrà anch’esso diritto di condurre una vita dignitosa?

Insomma, mi chiedo se non vi sia un’abissale dicotomia tra la teoria e la pratica!? Mi chiedo se non stiamo sacrificando 2 o più generazioni in virtù di alcune ideologie!? Mi chiedo cosa farebbero oggi tanti giovani se i propri nonni o genitori non fossero riusciti a risparmiare ed acquistare beni immobili!? Ed infine mi chiedo: a chi giova tutto questo? Ad una ristretta oligarchia sempre più ricca a scapito della moltitudine?

Sarei curioso di ricevere qualche parere spassionato sull’argomento…

 

 

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Blog- un eccellente teatro per bambini

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Vorrei segnalare a tutti gli amici di Ginevra e dintorni, il magnifico Théâtre Topffer un luogo di autentica poesia per i bambini.

Adiacente ad una scuola primaria, con una struttura in legno, molto accogliente, la programmazione e qualità delle proposte di questo teatro è assolutamente stupefacente: poche volte mi è capitato di trovarla in Italia ed in altri paesi.

Le opere proposte, la regia, i costumi, la sceneggiatura, la musica, la scenografia, la modalità di interazione con il pubblico, gli attori, insomma, tutto è curato nei minimi particolari con l’obiettivo di avvicinare in modo ludico, coinvolgente ed intelligente i bambini alla grande letteratura ed alla Storia, stuzzicandone la curiosità.

Appena posso ci porto mio figlio il quale, a distanza di mesi, si ricorda di quanto visto riproponendomi spezzoni nello spettacolo.

Notevole!

Sito internet Teatro Topffer

 

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Blog- meravigliose fragranze

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Delicato o deciso, floreale od agrumato, dolce o aspro, sempre portatore di storie e ricordi, dagli effetti sinestetici spesso prorompenti nonché emozionanti, un buon profumo fa parte integrante del nostro essere, della nostra vita. Proprio in occasione della mia visita a St- Paul de Vence ho avuto modo di imbattermi in un profumiere assolutamente unico: la Maison Godet.

Fondata del 1901 da Julien-Josep Godet, la Maison Godet è stata a lungo considerata il must della raffinatezza, anche grazie a Henriette Darricarrère (la musa di Matisse) che faceva uso dell’eccelsa Folie Bleue, nonché alla moglie di Pierre Bonnard per cui fu creato Fleurs de Reine. Una gamma di profumi inspirati all’arte pittorica ed in rottura con i gli standard della Belle Epoque, per cui venivano ricercate ed adoperate esclusivamente materie prime naturali, locali e di altissima qualità. Come nel miglior copione di un film di successo, qualche anno fa la giovane Sonia, pro-nipote di Julien-Joseph, facendo ordine in una vecchia soffitta, ha ritrovato in vecchi bauli tutto il materiale e le formulazioni del bis-nonno.

Già attiva nel campo presso un’importante brand internazionale di profumi, con grande coraggio e capacità imprenditoriale, Sonia ha così deciso di mettersi in proprio e di rilanciare l’attività nel solco della tradizione familiare, adoperando fiori tipici del luogo ed in particolare la Rosa di Grasse, coltivata con la tecnica dell’estrazione a freddo.

Credetemi, nulla a che fare con i prodotti commerciali! Anche una persona non esperta, percepisce immediatamente la struttura di ogni profumo, la sua naturalezza ed unicità.

Auguro un grande successo a Sonia ed un prosperoso futuro a marchio Godet!

Maison Godet

Pagina Facebook

 

 

 

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Blog-coincidenze a St-Paul-de-Vence

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La Costa Azzurra ha il suo fascino e sono molte le cose da vedere. Ma il mio cuore ne predilige una su tutte: St-Paul de Vence.

Meta di tanti artisti, fra cui Yves Montand che ho sempre ammirato per la tempra e carriera ed ha cui ho dedicato uno spettacolo (vedi spettacolo su Yves Montand).

Arroccato nell’entroterra, St-Paul de Vence dista circa 30 km da Nizza. Trattasi di un piccolo borgo medioevale, risalente al XIII° secolo, sede della famosa Fondation Maeght, un moderno e preziosissimo museo, destinatario delle collezioni private di Matisse, Mirò e Chagall (sepolto a St-Paul d’altronde).

Altra meta obbligata: l’hotel ristorante la Colombe d’Or, dove Yves Montand e Simone Signoret si incontrarono. Un’emozione incredibile varcarne il portico, visitarne il cortile ed ammirarne i numerosi quadri novecenteschi donati da molti artisti ospiti.

Dopo la Colombe d’Or, si varca la Porte Royale risalente al ‘200, ed eccoci all’ingresso del paese.

E’ un susseguirsi di negozi d’arte e di boutiques raffinate: quadri, sculture, antichità, ma anche di enoteche, specialità provenzali, vestiti dalle stoffe e tagli ricercati, negozi di erbe provenzali, specialità gastronomiche… insomma, nonostante il numeroso afflusso di visitatori, nulla che abbia attinenza con i soliti volgari gadget acchiappa-turista perlopiù di provenienza cinese!

Nella parte alta di St-Paul, ecco la chiesa gotica con il suo dipinto attribuito al Tintoretto nonché il museo storico, mentre nel suo punto più basso, il cimitero con la tomba di Marc Chagall.

E lungo tutto il camminamento delle mura difensive, un panorama d’eccezione sulla vallata, sino al mare…

St-Paul, tenuta i modo eccelso, è quindi un concentrato d’arte e di offerta di qualità, meta di molti artisti che ne hanno fatto un vero e proprio focolaio culturale, lasciandovi un segno tangibile: oltre ai pittori ed attori sopraccitati, Clouzot, Prévert, Cayatte, Baldwin e molti altri vi presero residenza.

Coincidenza divertente: ero alla ricerca di un ristorantino tranquillo quando, passando in una viuzza laterale, scopro il ristorante degli “Artisti”. Un unico tavolo libero, denominato “Yves Montand”…. mi ci sono precipitato e ho potuto degustare un’ottima crêpe!

 

 

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Blog–Nando Citarella e Ciccio u’ Brigante

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E’ stato un bell’incontro, e totalmente inatteso, quello con Nando Citarella con cui avevo lavorato anni addietro. Ritrovarsi nel pubblico ad applaudirlo mi ha fatto davvero piacere e l’ho fatto con forza. Si, perché Nando è un vero artista, dal percorso coerente, di fedeltà verso la propria arte, di amore verso la propria cultura, oltreché emozionante.

Più di tutti mi hanno colpito la Tarantella d’a Fatica e Brigante se more (la canzone di Ciccio u’ Brigante).

La caratteristica di Nando Citarella è quella di riproporre brani popolari antichi, ma non per questo desueti, esaltandone la funzione.

In effetti, da sempre, il canto, la danza, le melodie, la voce hanno accompagnato i momenti salienti delle nostre vite: si canta (si cantava) per invocare gli Dei e quindi per pregare, si canta quando si ama, per superare le fatiche, per tristezza, ma anche per festeggiare, per tranquillizzarsi (ninna nanna). Una canzone popolare è portatrice di significati, di valori, di sentimenti, di elementi aggregativi di una comunità, di abitudini, di canoni estetici: insomma, rispecchia, in piccolo, un frazione di umanità in un contesto storico.

Con innata simpatia e l’ausilio degli strumenti musicali tradizionali, Nando trasmette al suo pubblico la conoscenza del patrimonio musicale del Sud Italia, paragonandoli ad altre espressioni di stampo Mediterraneo, finanche persiane, evidenziando un legame vivo tra le culture, il loro passato e la loro storia locale.

Non a caso, il fulcro di tale patrimonio è la cultura partenopea, quella di un popolo di migranti, ricco di impronte e storie diverse, un crocevia incredibile dove lì solo esiste conciliabilità tra storia, mito, costume, linguaggio, cultura e tradizioni musicali.

Due esempi: la Tarantella, espressione della Magna Grecia, voce dei contadini in un ballo terapeutico.

La Tarantella da fatica

Ed il Brigante d’o sabir, la storia di Ciccio u’ Brigante, che Nando propone in due parti: una prima in napoletano, l’altra in sabir, l’antica lingua franca dei porti del Mediterraneo su un tema tradizionale ebraico. 

Una passeggiata sonora tessuta con sapienza, miscela di passato e presente, di musica antica, di espressioni colti e popolari, di melodie mediorientali e ritmi tradizionali popolari dalla Spagna all’Egeo, sino al Vesuvio.

  

Nando Citarella

Lingua Sabir

Progetto Café Loti

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Blog-il coraggio

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Negli ultimi anni, soprattutto all’estero, sento spesso parlare di “prove di coraggio” inflitte a managers di grandi società: spesso si tratta di fare un salto in bungee jumping oppure di attraversare vallate su ponti sospesi.

Accade che alcuni di loro non siano per nulla sportivi, forse anche in sovrappeso, che abbiano timore del vuoto o che, semplicemente, non “se la sentono”: ciò malgrado, se non si sottopongono a tali pratiche, il loro avanzamento in carriera risulta compromesso.

Insomma, lo scopo è quello di testarli, di capire la loro capacità di far fronte al pericolo, di affrontare sfide e paure, facendo una semplice equazione:

passare su un ponte sospeso = coraggio = migliore risulta professionale

Personalmente, trovo questa pratica odiosa, quasi assibilabile ad una tortura!

Oggi giorno, in epoca di selfie continui, di “grande fratellizzazione” della nostra vita, il coraggio viene equiparato ad un’azione eclatante dove si sfida la morte.

Ma siamo proprio sicuri che questa sia l’unica forma di coraggio? E siamo proprio convinti che chi decide di restare più a lungo possibile sul tetto di un treno in corsa prima di mettersi a pancia a terra all’arrivo del tunnel, sia la persona che meglio gestirà il personale di un’azienda? Che farà triplicare gli utili di una società? Che meglio capirà le tendenze di mercato?

Il coraggio si esplica in mille sfaccettature ed una di queste, forse, mi tocca di più: il coraggio silenzioso, quello che non presuppone la forza guerriera, ma è il coraggio della necessità, della quotidianità, nel perseverare con intima convinzione e coerenza della bontà delle proprie azioni, anche quando vieni deriso o ignorato, anche quando sei triste e malato; è il coraggio di essere se stessi, dando un senso alla propria vita e con umiltà, senza omologarsi, né per opportunismo né per debolezza.

 

 

 

 

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Blog-storia-vera-di-un’ingiustizia-subita-da-giovane

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Oggi vi racconto una storia vera capitatami tanti anni fa, nel 1986: ero giovane, pieno di entusiasmi, di energie e credevo (molto più di ora) nella correttezza delle persone…

Stavo a Roma quando un’amica mi chiamò, consigliandomi di presentarmi ad un concorso per comici: un evento di una certa importanza per un giovane, organizzato nel teatro Sistina e presieduto da alcuni “VIP” in giuria.

Ero molto scettico se parteciparvi o meno, in quanto non sono mai stato un comico: so essere un attore comico, ma “fare il comico” è altra cosa. Tuttavia, quest’amica, assistente all’organizzazione e mia “fan”, mi convinse.

Il regolamento chiedeva di portare due monologhi. Io, invece, portai due canzoni ironiche, con alcuni elementi di improvvisazione che prevedevano il coinvolgimento del pubblico; tra l’altro, questi pezzi fanno ancora oggi parte del mio repertorio e riscuotono sempre notevole successo.

Insomma, anche se dubbioso, inizio le selezioni e, a mio grande stupore, dopo 4 fasi eliminatorie arrivo in superfinalissima e termino al secondo posto.

L’assistente alla produzione ci rimane malissimo. Era infatti presente alla discussione fra i giurati e, a suo dire, un “VIP” si oppose in modo decisivo e contro tutti, seppure con argomentazioni apparentemente non pertinenti: non meritavo il primo premio. Dato che si trattava di una persona già molto nota allora, reduce di grossi ruoli e popolarità, alla fine, la giuria si allineò ed ottenni così il secondo posto.

In tutta franchezza, io non ci rimasi male, anzi, ero già molto stupito di essere arrivato in finalissima dato che ero l’unico a non ritenermi un “comico” per l’appunto.

Ma ecco che arrivò la sorpresina….

Due-tre settimane dopo il concorso, mi chiama un amico: “vai subito a comprare Il Messaggero…”.

Il Messaggero annunciava l’avvio della tournee proprio di quel “VIP” della giuria e nel cui repertorio venivano citate le due canzoni che avevo portato a concorso….. due pezzi a dir suo “innovativi”, che avrebbe “scovato” di recente in un archivio storico… Insomma ecco svelato l’arcano del mancato primo premio. Dato che al vincitore si prospettava la promozione mediatica dei pezzi portati a concorso, il “VIP” non avrebbe più potuto farli passare per suoi in anteprima…

Allora sì, ci rimasi malissimo, e capii subito quanto la mia strada sarebbe stata in salita: giovanissimo, senza appoggi né soldi, all’inizio della carriera, cosa potevo fare?

Oggi, la tecnologia è perlomeno di ausilio: con un video, un post puoi documentare e datare una creazione; allora era più complicato.

Ho voluto raccontare questa storia volutamente senza dar riferimenti precisi: è passata molta acqua sotto i ponti, ne ho viste molte altre in questi lunghi anni, belle e brutte; né è mio intento parlare male di una persona ora abbastanza anziana, un tempo quasi caduta nel dimenticatoio ed ora tornata un po’ a galla, grazie a qualche operazione ed operatore di dubbio gusto...

Però, per farvi capire, come a volte è difficile per un giovane che, umilmente, cerca la sua strada, con onestà e fatica, senza scorciatoie e mettendoci la proprio faccia anche con coraggio. Proprio per questo, ho sempre piacere a sostenere/consiliare dei giovani artisti volenterosi quando me lo chiedono: tarpare loro le ali precocemente, per timore di non brillare abbastanza, testimonia di grande egoismo e cattiveria, l’opposto dei valori che l’Arte e che un Artista dovrebbero veicolare.

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