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Blog – una cosa raccapricciante, sono molto arrabbiato!!

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Ieri ho preso l’autobus per andare al centro di Roma.

Nonostante fossero le 10 del mattino e, suppongo, i più giovani dovrebbero stare a scuola a quell’ora, vedo un gruppetto di 5-6 ragazzi tra i 15 e 16 anni letteralmente svaccati sui sedili, con i piedi per aria, sguardi strafottenti, mentre uno di loro fuma indisturbato.

Nessun passeggero dice nulla.

Io faccio uguale, e mi dirigo verso il centro dell’autobus.

Alla seconda fermata sale una donna anziana, munita di una stampella: è in sovrappeso e fatica a camminare; è probabilmente anche affetta da poliomielite, in quanto la gamba sinistra è di almeno 20 centimetri più lunga della destra. Io e un altro passeggero, la aiutiamo a salire quei 3 gradini ridicolmente alti per un mezzo pubblico.

L’autobus è pieno: nessun posto a sedere. La donna si dirige verso il posto riservato agl’invalidi - occupato da uno di quei giovani sopradescritti - e chiede con garbo che le venga ceduto il posto.

Il giovane la squadra di alto in basso, con disprezzo, continua a masticare la sua gomma, e dopo circa 15 secondi che sembrano un secolo le risponde: “ce l’hai la tessera?”.

I giovani ridono, gli altri passeggeri sono inorriditi: scuotono la testa con disapprovazione, ma rimangono zitti.

La donna risponde: “per favore, ho bisogno di sedermi”. L’altro continua: “fammi vedere la tessera…. anch’io sto male…. oggi mi sento stanco… ieri ho fatto tardi”. Dal gruppo di giovani scoppia una risata gigantesca, crudele, grottesca, tragica.

Io mi avvicino al giovano e urlo: “alzati e dalle il posto”. Un altro giovane mi spinge: “come ti permetti di dare ordini al mio amico?”.

Sono talmente scioccato che devo controllarmi: “o faccio finta di niente o gli spacco la faccia”, penso tra me e me. Non amo la violenza, ma potrei anche usarla, cioè se devo proprio picchiare, picchio, e duro, ma mi contengo.

Alla fine, una signora di mezz’età si alza e cede il posto all’invalida.

Ci sono rimasto malissimo per la giornata intera. Un senso di disagio, di vergogna, di ingiustizia, di sgomento, di impotenza.

Perché? Perché tanta indifferenza, tanta crudeltà? Perché questa assenza di minimo rispetto e, direi, di pietas verso il più debole? L’educazione dove è andata a finire?

E mi ricordo alcune storie che mi racconta una mia amica supplente alle medie: le basi della più elementare educazione sono venute a mancare; insegnare è diventato impossibile.

Ho voluto raccontare questo episodio rivelatore, a mio giudizio, di un malessere molto profondo ed esteso nella nostra società e gioventù (o quantomeno di buona parte di essa). Per ora mi fermo qui e spero di ricevere alcuni commenti. Più in là riprenderò il discorso.

Ultima modifica ilVenerdì, 27 Ottobre 2017 18:45
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